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A CURA DI MARCELLO ARICO’
Nelle indagini giudiziarie si suole dire che a volte due indizi fanno una prova, mentre nella vita quotidiana due “elementi” possono descrivere un personaggio o una situazione anche se non si conosce. Mi riferisco ad una simpatica e insolita iniziativa di un misterioso personaggio che mi piace chiamare “artista gentile”. Mi sforzo di cogliere l’età e il volto artista; forse un giovane rastafariano con le sue treccine fluenti, un vecchio capoufficio in pensione, una stravagante artista dai mille piercing o forse solo una persona normale che con il suo sacchettino di pietre colorate e un po’ di cemento ingentilisce il marciapiede antistante la chiesa dell’Immacolata. Da qualche anno, come margherite su un prato, sul marciapiede di viale Boccetta, la dove mancano le mattonelle, sono spuntati piccoli colorati mosaici dalle deliziose forme geometriche.
Un modo nuovo e originale di fare arredo urbano, con la consapevolezza di essere fuori dalle regole che istituzionalmente non permetterebbero nessun intervento sul suolo pubblico. Forse una trasgressione non violenta o un grido di dolore sulla cementificazione e l’appiattimento del grigio. Una sorta di romanticismo artistico che traduce in colori una visione del mondo più pulito e colorato. Il tutto in un luogo di arrivo e partenza dei pulmann che collegano i vari capoluoghi siciliani e dove l’occhio disattento di centinaia di passeggeri può posarsi su fiori multicolori di cemento donando un attimo di stupore e serenità; mutuando quel valore terapeutico che si dà ai colori che aiutano, secondo alcuni, alleviando disturbi di tipo psicosomatico contribuendo a riequilibrare l’umore.