Views: 26
Nell’ambito della Settimana Unesco per l’educazione alla sostenibilità, l’Associazione mogli medici (Ammi) in collaborazione con Arpa e Slow food ha scelto per la conferenza svoltasi nell’auditorium dell’Ordine dei medici, un tema che coinvolge il globo intero e di cui si parla sempre di più: la plastica, tra i rifiuti organici più inquinanti della nostra terra. Infatti, la dispersione e l’accumulo di questi materiali nell’ambiente sono una delle cause più importanti di contaminazione di aria, suolo, fiumi, laghi e oceani con ripercussioni importanti sulla salute umana.
Dopo i saluti di Giacomo Caudo presidente dell’Ordine, Francesca De Domenico presidente Ammi e Saro Gugliotta di Slow Food, l’argomento è stato introdotto da Ileana Padovano Rotondo e dalla referente Arpa, Domenica Lucchesi, per poi essere approfondito dai relatori Mario Primo Cavaleri, Salvatore Giacobbe, Francesco Crea, Marta Ragonese, Graziella Anastasi, nei vari aspetti: ambientale, di biologia marina, chimico, di endocrinologia e metabolismo, bioarchitettura.
Quella della plastica è una storia che comincia agli inizi del ‘900 quando il chimico belga Leo Baekland nel tentativo di migliorare la qualità della gommalacca usata come isolante elettrico, studiò una reazione producendo senza volerlo un materiale molto termostabile che chiamò baeklite, la bachelite. A metà secolo fu poi l’ingegnere chimico italiano Giulio Natta a dar vita a un materiale con caratteristiche di flessibilità e alta resistenza al calore e alla trazione, il Moplen ossia la più comune plastica il cui utilizzo multiforme ha portato a una smisurata produzione, con gli effetti ormai noti a tutti: problemi di inquinamento nel tempo; difficoltà di smaltirla; quantità enormi che finiscono in mare e ridotte in particelle sminuzzate dai raggi ultravioletti e dal moto ondoso diventano millimetriche o nanometriche, vengono ingerite dai pesci e nella catena alimentare alla fine ce le ritroviamo sulla nostra tavola; tossicità per la salute umana di alcuni derivati dalla plastica, tessuti chimici compresi o cosmetici in cui sono presenti le microplastiche. Ciò non vuol dire demonizzare la plastica, perché di aiuto straordinario anche in medicina (si pensi a molte protesi, leggere e poco costose), nella componentistica d’avanguardia tecnologica, da qualche anno persino nella realizzazione di strade (in sostituzione del comune asfalto) o di case.
Il problema è come modificare la cultura dell’usa e getta, ridurre il consumo, riuscire a far prevalere scelte diverse ad esempio il vetro e non la bottiglia in Pet per l’acqua, preferire materiali biodegradabili; capire che per la nostra salute è meglio rinunciare a qualche piccola comodità.
Questa prima conferenza, ha sottolineato Lucchesi, apre un percorso formativo in varie fasi, le prossime coinvolgeranno le scolaresche in maniera articolata: informazione tecnico-scientifica (dicembre-gennaio-febbraio), attività in campo (marzo), laboratorio creativo-didattico (aprile) e giornata conclusiva con l’esposizione degli elaborati prodotti (maggio-giugno).
All’iniziativa hanno preso parte attiva le seguenti associazioni: Anisn (Associazione nazionale insegnanti di scienze naturali); Nodo Comunale Infea; Nodo Provinciale Infea, Cea (Associazione centro di educazione ambientale) Messina; Carta dei Comuni custodi della macchia mediterranea; Ramarro Sicilia; Inbar (Istituto nazionale di bioarchitettura) Messina; Marevivo.