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E’ operativa, da qualche settimana, presso l’UOC di Diagnostica per Immagini dell’Ospedale Papardo diretta dal Dott. Giampiero Mastroeni, la più recente innovazione tecnologica in tema di Imaging Senologico.
L’UOS di Senologia, coordinata dalla Dott.ssa Francesca Saccà, dispone quindi da oggi di due Mammografi di ultima generazione dotati di Tomosintesi, Stereotassi e Mammotome oltre ad un Ecografo di ultimissima generazione dedicato allo studio della mammella, il tutto integrato con un sistema di refertazione CAD. Nell’ambito dello studio senologico la novità è rappresentata dalla Tomosintesi (capace di generare immagini tridimensionali multistrato) che si è dimostrata estremamente efficace nell’identificare le neoplasie aumentandone la sensibilità di identificazione e la specificità di tipizzazione dell’imaging. Essa si integra perfettamente con la mammografia in tre dimensioni; dall’uso combinato delle due tecnologie diagnostiche è risultata una maggiore efficacia nel rilevare lesioni al seno rispetto alla diagnostica tradizionale, fino al 41% in più di tumori al seno invasivi localizzati, con circa il 15% in meno di richiami per indagini diagnostiche aggiuntive a causa di probabili falsi negativi e un miglioramento della specificità diagnostica con il 29% in più di ‘veri’ carcinomi mammari riscontrati.
La capacità della Tomosintesi di studiare la mammella scomponendola multiple sezioni dello spessore di un millimetro, consente di evidenziare in maniera più chiara e accurata anche sottili alterazioni indicative di un tumore di piccole dimensioni col risultato di avere una minore quantità di falsi negativi o di falsi positivi e quindi di diagnosticare in modo più preciso i ‘veri’ tumori mammari. Una ulteriore particolarità della metodica risiede nella migliore capacità di studio dei seni giovanili “ad elevata densità” che risultano mal valutabili con le tecniche tradizionali. A queste la Tomosintesi contrappone solo qualche minuto in più rispetto alla mammografia tradizionale non richiedendo comunque ulteriore esposizione alle radiazioni poiché è in grado di acquisire le informazioni in 2D attraverso l’elaborazione delle immagini 3D.