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Il rapporto tra fede e scienza e l’inspiegabilità di alcune guarigiorni sono state al centro della riflessione in occasione del convegno “Il caso Lourdes nella medicina di oggi” che si è svolto nell’aula magna dell’Università di Messina, gremita di gente. Dopo i saluti dei moderatori, il chirurgo pediatrico Carmelo Romeo e il presidente dell’Ordine dei medici e odontoiatri Giacomo Caudo, che ha voluto sottolineare l’importanza dell’argomento, poco trattato e che invece merita maggiore attenzione, ha introdotto i lavori Emanuele David, dirigente medico radiologo dell’Ospedale Papardo, il quale ha tracciato il percorso dell’amico e collega Alessandro De Franciscis, ospite d’onore dell’evento, dal 2009 presidente del Bureau des Constatations Mèdicales di Lourdes. Questo ente è deputato a discernere una guarigione davvero inspiegabile dal punto di vista scientifico dalle numerose segnalate come “miracolose” ma non corrispondenti ai severi parametri della Chiesa.
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Una lectio quella di De Franciscis che ha raccolto l’entusiamo e l’interesse del pubblico, raccontando la storia della Madonna di Lourdes e del Santuario, fino ai 70 miracoli finora riconosciuti validi dalla scienza (tra questi il caso della messinese Elisa Aloi, per approfondire il tema leggi anche l’intervista a De Francescis https://www.messinamedica.it/2018/12/lourdes-70-le-guarigioni-inspiegabili-e-una-e-messinese-intervista-esclusiva-ad-alessandro-de-franciscis/) e, grazie all’ausilio di alcuni video, le svariate testimonianze di ciò che avviene in un luogo così sacro e unico al mondo. Subito dopo, la lettera scritta sui valori umani dalla docente di Bioetica dell’ateneo messinese Marianna Gensabella, letta da una sua assistente perchè assente per un imprevisto.
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A seguire l’intervento particolarmente apprezzato del mons. Cesare Di Pietro, vescovo vicario di Messina, introdotto dalla prof.ssa Rosa Musolino, neurologa e responsabile Stroke Unit del Policlinico G. Martino. Insomma un pomeriggio intenso di riflessione e confronto su una tematiche che tocca da vicino religiosi e uomini di scienza, al quale ha partecipato anche l’Unitalsi nel pubblico.