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Messina nascosta: la Casa del Puparo

Messina nascosta: la Casa del Puparo

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di Marcello Aricò

 

LA CASA DEL PUPARO

La Casa del Puparo è la casa/monumento del Cavaliere Giovanni Cammarata, artista sui generis, personaggio strano e stravagante che ha trasformato i suoi deliri in una vera forma d’arte ripopolando il deserto postindustriale di Maregrosso, zona degradata fino all’inverosimile, in un fantastico bestiario e in un meraviglioso atlante pop. Antesignano della Trash Art, strumento scelto come mezzo di denuncia del degrado ambientale e dei comportamenti umani scorretti, trasforma la baracca dove viveva in un museo a cielo aperto.

Precursore dell’arte del riciclo, per anni ha decorato la sua abitazione fatiscente con materiali di risulta tra cui pezzi di vetro, fanali di automobili, lattine e qualsiasi cosa trovasse nei d’intorni. Uomo dalla vita travagliata, fu soldato in Africa e finita la guerra negli anni trenta emigrò in America dove lavorò come muratore e artigiano; ritornato in Italia abitò nel quartiere di Maregrosso e a partire dal 1970 cominciò a trasformare la sua abitazione in un castello kitsch con forme varie e personaggi multicolori. All’interno della casa convivevano Crocifissi Madonne e statue di spiriti, elefanti in cemento, la fontana dei desideri, il combattimento di Ettore e Achille, una piscina con un coccodrillo, alcune tartarughe, un soldato a cavallo di color argento e in bella mostra la cosiddetta “Madonna della Birra”, una scultura realizzata inserendo nel cemento i cocci di bottiglie di birra come fosse un mosaico. Le condizioni fatiscenti dell’intero complesso sono state più volte denunciate dagli organi di stampa auspicando di trasformare quel sito abitato da gnomi, folletti e nani in un centro culturale e artistico che facesse da volano al riscatto di un ambiente abbandonato e degradato. Di tutta la produzione del Cavaliere è rimasto ben poco; oggi rimane solo la facciata ricca di mosaici e sculture di ogni forma, il resto è stato demolito nel 2007 dalle ruspe per far posto al parcheggio di un supermercato. Così il tempo e l’indifferenza stanno cancellando la Casa del Puparo.