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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della FIMMG, rappresentata a Messina dal dott. Stefano Leonardi, Vice Segretario Nazionale Vicario e Segretario provinciale del Settore Continuità Assistenziale, che interviene sull’ennesimo episodio di violenza di ieri notte all’ex Mandalari a Messina, che ha visto vittima una collega dell’ex Guardia medica (vedi anche link leggi l’articolo sull’accaduto.
Un nuovo episodio di violenza si è verificato la scorsa notte in uno dei tre Presidi di di Guardia medica di Messina città, quello allocato presso la “Cittadella della salute” – ex Ospedale Mandalari che serve la zona Nord della città.
Un paziente è andato in escandescenza, per cause che sono al vaglio delle forze dell’ordine intervenute, provocando danni ad arredi e suppellettili. Illesa fortunatamente la collega di turno, che ha subito un comprensibile forte shock emotivo, in aiuto della quale è arrivato il personale del 118, con cui condivide i locali, che era appena rientrato da un intervento in ambulanza sul territorio.
E’ l’ennesimo episodio di violenza a scapito dei medici che operano nei Presidi di Guardia Medica accaduto a pochissimo tempo da quello verificatosi nella notte fra il 6 ed il 7 gennaio scorso a Mirto – Frazzanò. Il paziente è stato denunciato sia dal medico per l’aggressione subita che dall’ASP di Messina per danneggiamento dei locali.
Episodi simili sono ormai all’ordine del giorno in tutte le strutture sanitarie, dall’ospedale alla guardia medica, i professionisti rischiano aggressioni da parte di pazienti o parenti ed in guardia medica il problema è anche più accentuato ed aggravato dall’estrema solitudine in cui è costretto ad operare il medico.
I sanitari sono ormai in preda ad uno stato di rassegnazione ritenendo le aggressioni, verbali o fisiche, come un fatto inevitabile e abituale. In Italia ogni anno nelle guardie mediche vengono visitati circa dodici milioni di pazienti e vengono salvate migliaia di vite umane.
La solidarietà istituzionale è gradita e conforta in tali occasioni ma non è più sufficiente occorre dare soluzione concreta al problema. Non sono sufficienti l’aggravamento di pena, le circostanze aggravanti o l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale della Sanità istituito presso il Ministero della Salute.
Occore mettere in sicurezza tutti i Presidi di guardia medica, dotandoli di tutti gli strumenti idonei a prevenire ma, insistiamo da tempo, occorre prioritariamente il riconoscimento dello status di ‘’pubblico ufficiale nell’esercizio delle funzioni’’ con la procedibilità d’ufficio nei confronti dell’aggressore!
Con il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale la denuncia, in caso di aggressione, diventerebbe automatica e porterebbe formalmente ad evidenziare tutto quello che in questo momento è nascosto, alla certezza della pena per l’aggressore ma, soprattutto, si avrebbe, finalmente, la netta percezione che lo Stato riconosce il medico come suo servitore e che nel momento dell’esercizio delle sue funzioni è a garanzia della popolazione.
E’ necessario modificare l’attuale modello organizzativo della Guardia Medica perché quello attuale è obsoleto rispetto ai tempi e alle nuove esigenze di salute, e mette a richio la sicurezza personale dell’unico medico che vi opera.
Ringraziamo per la solidarietà espressa ad ogni episodio di violenza che si verifica ma è giumto il momento della concretezza per il quale è necessaria una sinergia istituzionale, dalla Politica in generale al Governo nazionale, a quello regionale fino alle singole Aziende sanitarie e con un unico obiettivo comune.