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Nuova rubrica: “Quello che la foto non dice”

Nuova rubrica: “Quello che la foto non dice”

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A cura di Daniele PassAro

 

Solo chi scatta una fotografia, magari bella (o ben riuscita), sa cosa c’è dietro quell’immagine.

E solo l’autore sa quanto studio, pazienza, casualità o fortuna hanno contribuito – ed in che percentuale – a rendere quella foto… diversa.

Questa rubrica ha solo la pretesa di raccontare il “perché” ed il “come l’ho fatta” di alcune mie foto.

Comincio con il dire che ho cominciato a scattare foto da ragazzo: scattavo, sviluppavo e stampavo; poi con l’avvento della fotografia digitale, deluso da tanta tecnologia,  ho smesso.

Circa 11 anni fa, approfittando di un viaggio in Egitto (che sarebbe stato il primo – meraviglioso – di una lunga serie di viaggi in giro per il mondo), ho comprato una piccola reflex digitale ed ho cominciato – ormai dimentico di quasi tutte le regole della fotografia – a scattare nuovamente.

E più scattavo più mi divertivo.

Quasi alla fine del viaggio siamo arrivati a Saqqara, dove si trova un complesso di templi e costruzioni sacre; dove c’è lei, la famosa piramide a gradoni.

Era quasi il tramonto, l’ora migliore per fotografare, e uscendo da un tempio ho imboccato uno stretto corridoio la cui pareti erano di pietra (probabilmente marmo) che rifletteva la luce del tramonto.

Sullo sfondo della porta di ingresso – in controluce c’era una guardia armata.

L’immagine della silhouette in semi-controluce era stupenda!

Cercando di cogliere l’attimo imbraccio la macchina sulla quale era montato un lungo teleobiettivo (molto vistoso ahimè) e provo a scattare scattare.

La guardia – accortasi della mia intenzione (che non condivideva) – immediatamente si sposta per nascondersi dietro lo stipite.

Ma io avevo già scattato ed è così che l’ho colto – a metà del suo ritrarsi –  fissando mezzo viso che si riflette, nella luce calda del tramonto, sulla parete di pietra.

Così è venuta fuori una delle foto più belle che io abbia scattato.

Totalmente diversa dalla mia idea iniziale e frutto più del caso che della mia abilità.

Ma questo – vi prego – non lo dite in giro.

Ecco i dati di scatto (dati c.d. exif) per chi fosse interesssato

Nikon d40X – nikkor 28-300 –  1/500 sec. f/5,6 – 240 mm – iso 360.