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di Giuseppe Ruggeri
Sebastiano Tusa, una vita dedicata all’archeologia, da quasi un anno ricopriva la carica di assessore regionale alla cultura e all’identità siciliane. Nato a Palermo da una famiglia di origine messinese, nonché figlio d’arte – il padre era il noto archeologo Vincenzo – Tusa ha svolto dal 2004 al 2018 il ruolo di primo sovrintendente del mare presso la Regione siciliana. Ha insegnato archeologia e paleontologia presso le Università di Palermo, Napoli e Bologna. A lui si devono alcuni tra i più importanti rinvenimenti archeologici di Sicilia, uno tra tutti, nel 2003, la scoperta, a Pantelleria, di alcuni ritratti romani. Sempre a Pantelleria, nel 2008 Tusa realizzò con Folco Quilici un documentario sulla preistoria mediterranea pantesca, e in quello stesso luogo coordinò scavi che avrebbero poi permesso di confermare il ruolo di Pantelleria come “crocevia per i mercanti” già in epoca assai antica.
E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni e libri divulgativi, molti dei quali presentati proprio a Messina e a Taormina a cura dell’Associazione Culturale “Cara Beltà” di Milena Romeo (“Sicilia archeologica”, 2015, “In viaggio tra Mediterraneo e storia”, 2017 tra gli altri). Di recente, il suo assessorato aveva patrocinato il progetto “Orion” per la realizzazione di un Museo multimediale dello Stretto di Messina, curato dal giornalista Sergio Palumbo.
Il 10 marzo scorso, Tusa si era messo in volo da Addis Abeba diretto a Nairobi, dove avrebbe dovuto prendere parte a una conferenza internazionale organizzata dall’UNESCO a Malindi. Un viaggio, purtroppo, senza ritorno perché il velivolo, appartenente alla flotta Ethiopian Airlines 302, dopo il decollo precipitava in mare uccidendo tutti i passeggeri a bordo (di cui otto italiani).
Doveroso ricordare un uomo di scienza e cultura, conosciuto non solo in Sicilia ma anche a livello internazionale, un autentico cultore della Bellezza che ha sempre messo a disposizione della sua terra il suo talento e la sua vasta competenza professionale.