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di Filippo Cavallaro
Ospitalità
Vagando con lo sguardo lungo gli scaffali del negozio di mio figlio, il libraio, ho visto saggi di antropologia, testi di sociologia, pubblicazioni di psicologia…
Poi l’attenzione venne presa dalla novità editoriale e dal romanzo “fortunato” che ha ottenuto una rivisitazione filmica.
La coda dell’occhio era sempre fissa verso i libri di antropologia, sociologia, psicologia e le scienze di base, una fissità che diventava attrazione ed infine vinceva su quanto avrei potuto vedere davanti a me, ma non percepivo, e soprattutto non mi affascinava.
Ho rivolto tutto me stesso verso quegli scaffali, ho allungato la mano ed ho tirato fuori un libro.
Quanto sforzo da parte di quell’autore per sintetizzare i concetti e nello stesso tempo esplicitarli, ma poi, la scoperta del valore, che acquistavano alla lettura dal mio punto di vista, che da padre di un giovane libraio è pur sempre quella di un vecchio riabilitatore.
Vi chiedo ospitalità nel vostro tempo per condividere riflessioni su un ambito che potrebbe interessare, alla riscoperta del corpo, il proprio, quello delle persone a noi vicine, quello delle persone che a noi si rivolgono per bisogno, quello dei bambini che debbono crescere e quello degli anziani che certamente si consuma, quello dei campioni che aspirano ad una medaglia e quello dei sofferenti che chiedono una “aspirazione” per respirare meglio. Un corpo che a dirla secondo Huberto Maturana e Francisco Varela è capace di funzionare e di conservare dei “domini” modificando la propria organizzazione per affrontare la malattia ed i suoi esiti.