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Giovanna Spatari, dalla presidenza SIML a RaiUno per tutelare donne e salute sul lavoro

Giovanna Spatari, dalla presidenza SIML a RaiUno per tutelare donne e salute sul lavoro

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di massimiliano cavaleri

 

E’ una donna determinata che con garbo e professionalità si sta imponendo sulla scena nazionale, sia come prima presidente “rosa” di un’importante società scientifica di Medicina del lavoro, la SIML, fondata 90 anni addietro e che oggi riunisce quasi 2mila specialisti, sia come protagonista della difesa delle donne a 360 gradi con numerose attività e iniziative. Giovanna Spatari, messinese doc, maturità classica, laurea in Medicina e specializzazione prima in Ematologia generale, clinica e di laboratorio e poi in Medicina del Lavoro nel nostro ateneo, oggi è associata di questa disciplina presso il Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali. E’ stata di recente ospite in alcuni programmi RAI, risultando molto gradita ai telespettatori.

 

Prof.ssa Spatari, il giorno prima della Giornata internazionale della Donna (8 marzo) ha partecipato ad “UnoMattina”: da lì è cominciata una serie di ospitate in cui ha potuto affrontare temi importanti e attuali…

La RAI mi ha dato una straordinaria occasione di parlare al grande pubblico televisivo della tutela della donna al lavoro e delle numerose problematiche che la coinvolgono, a cominciare naturalmente dalla  tutela della gravidanza: successivamente a quella trasmissione, sono stata invitata ancora, come ospite fissa di UnoMattina per una settimana, nell’ambito della rubrica “La sveglia della salute”, dove ho avuto l’opportunità di approfondire argomenti interessanti per l’opinione pubblica, relativi al ruolo e funzioni del medico del lavoro, fornire dati e notizie su temi specifici della disciplina dalle vaccinazioni negli ambienti di lavoro, alla tutela delle donne, dalla gestione delle emergenze sanitarie in azienda, alla tutela delle categorie cosiddette protette. E’ stata inoltre l’occasione per informare il pubblico sui progetti che la SIML sta realizzando. In altra rubrica del Tg1, il primo maggio, sono stati affrontati anche i temi relativi all’andamento degli infortuni e delle malattie professionali nel nostro paese.

 

Da sempre si è occupata di donne: tra l’altro è stata presidente del Comitato Pari Opportunità e vicepresidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Messina, oggi è delegata dal Rettore per le politiche di genere ed è referente regionale dell’Osservatorio nazionale della salute delle donne. Quali sono i prossimi impegni in questa direzione?

L’attenzione del nostro Ateneo ai temi di genere è da sempre molto alta. Ciò si deve soprattutto all’attività svolta dalla professoressa Maria Antonella Cocchiara, prematuramente scomparsa, figura di altissimo valore umano e professionale, che ci tengo a ricordare. L’attuale Rettore ha ritenuto che fosse necessario dare continuità al suo operato istituendo, per la prima volta, una delega alle politiche di genere e così alcune iniziative di particolare successo, come i seminari sulla violenza di genere, sono stati quest’anno riproposti e attualmente sono in corso di svolgimento, altre, relative a progetti nei confronti delle e dei dipendenti dell’Ateneo, sono in fase di progettazione. Con il CUG, ad esempio, stiamo lavorando per la realizzazione del piano di azioni positive di Ateneo per il prossimo triennio.

Nell’ambito della salute delle donne, invece, è stato avviato, in collaborazione con il direttore di Oncologia medica dell’AOU Policlinico G. Martino, prof. Giuseppe Altavilla, particolarmente sensibile ai progetti di umanizzazione delle cure, un servizio di estetica, all’interno del reparto, per le donne che, a causa delle terapie specifiche perdono capelli, ciglia e sopracciglia. Inoltre, assieme alla Direttrice Sanitaria dello stesso nosocomio dottoressa Paolina Reitano, sono in corso azioni finalizzate alla realizzazione di percorsi privilegiati per la salute delle donne e per la realizzazione di politiche di conciliazione.

 

A proposito di incarichi e iniziative, nel 2015 lei è stata segretario nazionale della SIML e dal 1° gennaio scorso è la prima presidente donna alla guida della società scientifica che riunisce circa il 40% dei medici specialisti in Medicina del lavoro in Italia. Una grande responsabilità…

E’ una della società scientifiche più antiche nel nostro Paese, istituita con un decreto regio. Sono stata eletta nel settembre 2018 per il quadriennio 2019-2022. Spero di proseguire il lavoro e le progettualità intraprese dai miei predecessori, creare nuove sinergie e mettere a frutto alcune idee e azioni che ritengo necessarie per valorizzare la nostra specializzazione e il nostro ruolo. Il prossimo congresso annuale della SIML, che si terrà a settembre a Trieste, rappresenterà un’occasione per discutere di aggiornamenti scientifici con esperti nazionali e confrontarsi su aspetti relativi alla professione.

Nel consiglio direttivo della società c’è anche un altro messinese, il dottor Giuseppe Saffioti, responsabile di una struttura organizzativa centrale della direzione sanità di Rete Ferroviaria Italiana.

 

Avete firmato di recente un protocollo d’intesa con Farmindustria, presieduta da Massimo Scaccabarozzi e in collaborazione con Assogenerici, presieduta da Enriqye Hausermann: l’obiettivo è garantire la salute di oltre 200mila persone e 66mila dipendenti delle imprese del farmaco e le loro famiglie, ma soprattutto della donna all’interno dei nuclei familiari. Di cosa si tratta nello specifico?

Della valorizzazione del ruolo del medico del lavoro e delle donne, che si prendono cura e assistono i familiari, spesso associando il ruolo di caregiver all’attività professionale. L’accordo prevede che i medici competenti che lavorano per l’industria del farmaco svolgano attività che vanno oltre gli obblighi di legge in materia di sorveglianza sanitaria: si tratta di attuare un programma di prevenzione dei bisogni di salute di ogni dipendente del settore attraverso promozione degli screening, educazione ai corretti stili di vita, informazione sulle malattie cronicheIl medico diventa così non più l’esecutore di un adempimento – in qualche caso burocratico – ma il consigliere delle donne e degli uomini che lavorano nelle imprese farmaceutiche in funzione della migliore gestione della salute propria e nelle diverse situazioni familiari. Inoltre le donne nelle imprese del farmaco rappresentano il 42% degli addetti e spesso con ruoli apicali e posizioni di vertice; nel comparto ricerca sono più degli uomini (52%).

 

Lei crede molto nei giovani…

Rappresentano la nostra arma più valida per combattere e vincere battaglie e guardare al futuro della professione. A loro è interamente dedicato un convegno biennale, istituito proprio a Messina nel 2008, successivamente divenuto di portata nazionale e intestato a un collega direttore della scuola di Messina, il professore Nuccio Abbate, prematuramente scomparso. La caratteristica dell’evento è che, oltre a mettere in rete competenze ed esperienze, gli specialisti in formazione della Medicina del Lavoro sono gli unici relatori, mentre noi specialisti svolgiamo il ruolo di moderatori e chairmen. Durante l’ultimo convegno delle scuole di specializzazione, tenutosi recentemente a Siracusa, è stato istituito un premio in medicina del lavoro, in collaborazione con la nostra società scientifica internazionale di riferimento (ICOH), che verrà assegnato ad uno specializzando relatore per farlo partecipare, senza oneri economici, al prossimo congresso mondiale del nostro settore, dunque una borsa di studio dedicata all’aggiornamento che ha un valore e un significato formativo. Mi auguro di poter istituzionalizzare anche il premio e poter organizzare ancora il convegno in Sicilia anche per l’edizione del 2020….

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