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Archiviazione per insussistenza delle accuse. Ha deciso così il gip Tiziana Leanza per i sette medici dell’ospedale Papardo, Pietro Caracciolo, Giovanna Picciolo, Roberto D’Anneo, Giovanni Condorelli, Domenico Cannuli, Nicola Zanghì e Salvatore Nunnari.
Nell’aprile del 2017 furono tutti indagati, con l’ipotesi di omicidio colposo, per la morte di Paolo Currò, un 77enne deceduto l’8 maggio alla Rianimazione dell’ospedale di Sperone. Era arrivato al nosocomio il 12 aprile e gli era stata diagnosticata una polmonite, quindi era stato ricoverato in Pneumologia. Ma la situazione si era poi aggravata fino al decesso.
L’ipotesi di reato iniziale nei loro confronti fu di omicidio colposo. Sono stati tutti assistiti dall’avvocato Lori Olivo, mentre i familiari della vittima sono stati rappresentati dall’avvocato Bonni Candido. Anche l’azienda all’epoca aveva avviato le procedure finalizzate alla costituzione di una commissione di indagine interna.
L’autopsia disposta dalla Procura ha stabilito che i sanitari intervennero sul paziente in maniera corretta, senza avere alcuna responsabilità per il suo decesso. Il gip Leanza ha accolto la richiesta presentata dal pm, decretando quindi l’archiviazione del procedimento penale nei confronti dei sanitari.
Ha scritto tra l’altro il giudice che «… la ricostruzione della vicenda operata dal collegio di consulenti ha consentito di escludere ogni profilo di responsabilità in capo ai medici, ai quali non è ascrivibile alcuna condotta colposa».