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Il narghilè inquina più delle sigarette

Il narghilè inquina più delle sigarette

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Non solo sigarette. “Il narghilè, la pipa ad acqua tipica dei Paesi arabi, al contrario di quanto si creda non è meno dannosa” delle classiche ‘bionde’: “Le sostanze tossiche contenute nel narghilè sono paragonabili a quelle delle sigarette, e il monossido di carbonio liberato è addirittura più alto a causa del carbone presente“. Non solo: i livelli di polveri Pm2,5 e di Black Carbon ‘respirabili’ all’aperto in presenza di un fumatore di narghilè sono “da doppie a triple” rispetto a quelle ‘assorbibili’ in presenza di un tabagista tradizionale. Parola degli esperti dell’Istituto nazionale tumori di Milano, che ogni anno in occasione della Giornata mondiale senza tabacco sottopongono all’attenzione dei ragazzi delle scuole un esperimento originale per convincerli a evitare il pacchetto.

Nell’Aula Levi della Fondazione Irccs Int del capoluogo lombardo si sono riuniti oggi oltre 300 giovani. Insieme a loro e agli specialisti dell’Istituto di via Venezian sono intervenuti volti noti del mondo dello spettacolo e dello sport: da Mike Maric, campione mondiale di apnea, ricercatore e scrittore, a Riccardo Ferri, ex calciatore della Nazionale ora dirigente sportivo, e Alessio Sala, ex-paziente Int diventato atleta di handbike. A condurre la giornata ‘la Iena’ Andrea Agresti e Nicoletta Carbone di Radio24.

Nella ‘prova narghilè’ – guidata da Roberto Boffi, responsabile Pneumologia e coordinatore della Tobacco Control Unit dell’Istituto nazionale tumori – gli studiosi hanno misurato in tempo reale le polveri fini e ultrafini in una via del centro di Milano con molti tavolini all’aperto, dove i clienti di bar e ristoranti etnici fumano la pipa ad acqua. “Lo scopo – precisa Cinzia De Marco, ricercatrice della Tobacco Control Unit dell’Int – era valutare l’esposizione dei non fumatori alle emissioni dei narghilè, confrontandola con quella del background urbano e del fumo di tabacco, misurata all’esterno di un bar dove c’erano soltanto fumatori di sigarette tradizionali. I risultati preliminari mostrano che le concentrazioni di Pm2,5 e Black Carbon, seppure all’aperto, sono risultate molto elevate, addirittura da 2 a 3 volte superiori a quelle raggiunte stando vicini a un fumatore di sigarette, e dunque a livelli assolutamente nocivi per la salute”.

Le misurazioni effettuate dai ricercatori Int – sottolineano dall’Irccs milanese – confermano quanto emerso da uno studio pubblicato su ‘Circulation’, in cui veniva dimostrato anche che la quantità di monossido di carbonio liberato dal narghilè è superiore a quella delle sigarette classiche. “Le evidenze del nostro studio – commenta De Marco – ci spingono ad approfondire la ricerca, ripetendo le misure e introducendo parametri nuovi che possano completare la valutazione dell’impatto dell’uso del narghilè sulla salute degli utilizzatori e di chi sta loro intorno, con particolare attenzione ai giovani consumatori”.

Durante l’incontro con gli studenti, gli esperti dell’Istituto nazionale tumori hanno ricordato i numeri del fumo in Italia (12,2 milioni di tabagisti, pari al 23,3% della popolazione) e del rischio cancro (l’11% dei 373mila casi di tumore registrati nel nostro Paese nel 2018 hanno colpito il polmone, con un’incidenza del 14% negli uomini e dell’8% nelle donne, fra le quali tuttavia aumentano le diagnosi che calano nel sesso maschile). A preoccupare sono soprattutto i giovani: “I ragazzi italiani che fumano sono tanti, troppi – dice Boffi – Fuma o ha fumato il 47% fra i 14 e i 17 anni; la metà ha iniziato prima dei 14 e il 4,5% addirittura alle scuole elementari”.

“Il fumo fa male e non causa solo il cancro del polmone- avverte Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Int – ma anche altri tipi di tumore come ad esempio quelli del cavo orale e della gola, del pancreas, del colon, della vescica, del rene, dell’esofago, del seno. E’ anche uno dei responsabili dell’infarto e delle insufficienze respiratorie. Questo perché fumando si inalano circa 4mila sostanze chimiche differenti, capaci di indurre mutazioni, effetti infiammatori e attività immunodepressive che, nell’insieme e nel tempo, originano numerose malattie”.

Fra attività di ricerca e percorsi dedicati a chi vuole smettere, “l’Istituto nazionale tumori è da sempre in prima linea nella lotta contro il fumo – dichiara il presidente Marco Votta – Promuovere interventi per la salute e di informazione della cittadinanza è tra i nostri principali obiettivi, a cominciare dalle generazioni più giovani. E’ importante che i ragazzi siano informati per poter prendere le decisioni migliori per la loro salute di oggi e di domani. Come Int promuoviamo iniziative per sensibilizzare sulle buone pratiche di prevenzione ed è fondamentale coinvolgere da subito i giovani, affinché possano farle proprie e aiutarci a diffonderle”.

Per il World No Tobacco Day l’Int ha lasciato anche la parola ai ragazzi. Circa 30 istituti superiori in Sicilia, in collaborazione con Salute donna Onlus, hanno presentato progetti e riflessioni sugli stili di vita, con un focus particolare sul tabagismo e sul modo in cui social, tv e cinema parlano di fumo e presentano chi fuma. In chiusura l’assegnazione del premio ‘Segnali (senza) fumo 2019’, contest di comunicazione visiva nato nel 2017, voluto dall’Associazione Lorenzo Perrone Onlus in collaborazione con il liceo artistico Caravaggio di Milano e la Tobacco Control Unit dell’Int.

Infine una buona notizia in vista dell’estate. A Bibione un’area balneare lunga 9 chilometri diventa ‘smoke free’ e fa da apripista ad altre spiagge che vogliono seguire il suo esempio. Fra le località che quest’anno hanno aderito all’iniziativa ci sono Marina di Massa, Stintino, Porto Cesareo e Rimini. Racconta Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele al Tagliamento di cui Bibione è frazione: “Abbiamo diffuso un questionario per capire cosa ne pensavano i turisti di una spiaggia a fumo limitato e volevamo far comprendere che non era un divieto, ma un’opportunità. L’iniziativa è stata accolta così bene che, al secondo questionario, il 90% dei partecipanti ha dichiarato di voler ampliare l’area. E così quest’anno ci saranno oltre 9 km di spiaggia ‘no smoking’. La spiaggia di Bibione ha fatto da apripista a un numero sempre più ampio di aree balneari in Italia e all’estero che stanno imboccando questa strada, e l’Organizzazione mondiale della sanità ha promosso e condiviso l’iniziativa”.