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Il caporalato in medicina

Il caporalato in medicina

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Gentile Direttore,
è comparsa nei giorni scorsi sulla stampa la notizia che la Regione Sicilia, sembra aver trovato una soluzione che possa rispondere alla carenza di medici nei pronto soccorso regionali, oltre che offrire una possibilità lavorativa ai colleghi abilitati ma non specializzati. Da quanto si legge, questa nuova trovata mirabolante prevede un corso di formazione di 360 ore, presso il Cefpas, il centro di formazione permanente della Regione Sicilia, alla modica cifra di 2000 euro, che da quello che si intuisce, sarebbero a carico di ciascun partecipante, ma con la generosa possibilità, così si legge, per ciascun collega di chiedere un “mutuo professionalizzante” a Banca Intesa San Paolo, a cui poi restituire il denaro, una volta che arriverà l’assunzione per ben 24 mesi a ben 1300 euro netti al mese.

Si precisa poi che i neoassunti, se vorranno (in realtà la legge Gelli lo pone come obbligo), potranno pagarsi, naturalmente a propri spese (come da legge), una polizza assicurativa per colpa grave (a cui io assocerei quantomeno una tutela legale), sapendo comunque, ammette l’intervistato, che parte della responsabilità potrebbe ricadere sui colleghi strutturati affiancati come tutor ai neo assunti.

Interessanti appaiono decisamente le reazioni di alcuni sindacati, la Fials Sicilia sostiene che la soluzione, pur non ottimale, smaltisce le file (di cosa?), evita il sovraffollamento (di chi e dove?), ed offre un lavorare ai giovani medici (ma dai!?). Meglio decisamente fa la Cgil, che non vede nulla di scandaloso nell’azione, che andrebbe anzi ripresa ed esportata, dato che appare coerente con la capacità dei medici neolaureati non specializzati, che già lavorano come guardie mediche e sulle ambulanze medicalizzate.

Recentemente, in occasione di una delibera della Regione Veneto per l’assunzione di 500 medici abilitati ma non specializzati, ho espresso il mio pensiero sul problema qualitativo e non quantitativo che affligge la nostra professione e che ritengo essere alla base della mancanza di medici, ma mai avrei pensato che la contorta mente umana potesse arrivare a tanto: giovani colleghi costretti a pagare per potere accede ad un lavoro sottopagato e per pochi mesi.

Forse sarebbe più opportuno e proficuo che come professionisti facessimo afferenza al Ministero dell’Agricoltura, vista l’esperienza e le capacità che il nuovo Ministro ha dimostrato nella lotta al Caporalato.

Massimiliano Zaramella
Presidente Obiettivo Ippocrate

 

(Fonte: Quotidiano Sanità)