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Presentati al Senato i dati allarmanti del Ministero sulle differenze di adesione agli screening: 95% al Centro-Nord, 45% al Meridione. L’associazione EuropaColon Italia lancia “Call to action” per combattere il secondo “big killer” oncologico, che ogni anno colpisce 50mila persone
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Il tumore del colon-retto può essere facilmente prevenuto ed efficacemente curato se individuato in stadio precoce e lo screening è in grado di cambiare sensibilmente la prognosi di questa patologia. La maggioranza dei tumori del colon-retto originano infatti da lesioni precancerose, i cosiddetti polipi: individuare queste lesioni prima che possano evolvere in forme maligne o asportarle quando sono già trasformate ma ancora in fase iniziale è l’obiettivo primario dello screening. La persona che riceve la diagnosi di un tumore allo stato iniziale ha, infatti, il 90% di possibilità di sopravvivere alla malattia.
“Il raggiungimento della completa copertura della popolazione con programmi organizzati di screening e il consolidamento dei programmi già attivi – afferma Carlo Senore, Presidente Gruppo Italiano Screening Colorettale (GISCoR) – rappresenta un obiettivo prioritario per garantire a tutti i cittadini l’accesso a un intervento che permette di ridurre sensibilmente il carico di malattia”. Se si aumentasse la diagnosi precoce in Europa, si otterrebbe un risparmio di circa 3 miliardi di euro.