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di Massimiliano Cavaleri
L’attenzione del medico per un’efficace relazione con il paziente non è semplicemente una buona pratica dettata dalla deontologia professionale: un numero crescente di evidenze dimostra che quando il medico sa ascoltare, farsi capire e comprendere i bisogni, il paziente aderisce di più alle terapie, la sua qualità di vita migliora e spesso anche la sopravvivenza aumenta. Accoglienza, chiarezza, positività sono i pilastri di ogni buona relazione di cura: questo il pensiero del Professor Umberto Veronesi che Europa Donna Italia intende promuovere e diffondere tra i medici, in particolare quelli delle nuove generazioni.
Qualità e attitudini valorizzate con il “Riconoscimento U. V. al Laudato Medico”, istituito nel 2017 da Europa Donna Italia: un modo semplice e diretto attraverso il quale le pazienti con tumore al seno possono segnalare i medici che nei Centri di senologia multidisciplinari hanno saputo più di altri trasmettere empatia, umanità e vicinanza. Anche per questa edizione Fondazione MSD supporta in modo incondizionato il progetto sposandone la filosofia di attenzione alla persona nel percorso di cura.
Quest’anno sono state ben 4.968 le segnalazioni delle pazienti, con un incremento del 43% rispetto alla prima edizione, a conferma di quanto l’iniziativa riscuota apprezzamento. E oggi sono stati proclamati i quattro specialisti che, nelle diverse categorie – oncologo, chirurgo, radioterapista e radiologo – hanno ricevuto il maggior numero di segnalazioni per l’empatia e l’umanità dimostrate: Palma Fedele, Dirigente Medico UOC di Oncologia Medica, Ospedale Antonio Perrino di Brindisi; Giuseppe Di Martino, Dirigente Medico UOS di Chirurgia Generale, ASP Caltanissetta – Ospedale Vittorio Emanuele di Gela; Simona Cristallini, Ospedale San Luca di Lucca; Emanuela Garasto, Ospedale San Paolo di Bari.
La cerimonia di assegnazione è stata aperta da un contributo video di Carla Signoris nel quale l’attrice legge alcuni brani tratti dal libro “Una carezza per guarire”: un omaggio appassionato e vibrante al pensiero di Umberto Veronesi, che nel volume sottolinea l’importanza di una ‘rivoluzione etica’ della medicina.
«La risposta è stata anche quest’anno superiore alle aspettative e questa conferma da parte delle pazienti ci incoraggia nella scelta di perpetuare, attraverso questa iniziativa, una parte essenziale dell’insegnamento di Umberto Veronesi – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia – Questo progetto, che tre anni fa abbiamo avviato un po’ come una scommessa, risponde a un’effettiva e duplice necessità: delle pazienti, che desiderano evidenziare la buona pratica nei loro medici; e della classe medica, che ha bisogno di essere sensibilizzata sull’importanza di curare anche la componente umana attraverso il dialogo e l’ascolto per lenire l’ansia, la sofferenza, il malessere interiore».
Mettere in pratica nella clinica di tutti i giorni, soprattutto con i pazienti oncologici come le donne colpite da un tumore al seno, gli insegnamenti di Umberto Veronesi richiede impegno, soprattutto se si considera la complessità della medicina moderna, ‘pressata’ da un lato da una tecnologia sempre più spinta, che rischia di marginalizzare il ruolo del medico, e dall’altro da esigenze di budget aziendale che costringono gli operatori sanitari a lavorare con ritmi stringenti, lasciando poco spazio al dialogo con i propri assistiti.
«Creare da subito un buon rapporto con il paziente, entrando in empatia con lui, è fondamentale – afferma Paolo Veronesi, Presidente Fondazione Umberto Veronesi – La prima cosa da fare è ascoltarlo. Il medico deve saper ascoltare attraverso domande mirate, senza essere pressante, per instaurare un dialogo sereno che permetta di comprendere a fondo la persona che si ha di fronte e sapere quale percorso proporre. In ogni caso, se è vero che internet e i social rappresentano un’opportunità per il buon rapporto medico-paziente, la regola che vale per tutti noi medici è essere sinceri, onesti e ottimisti. Infine, non chiudere mai la porta di fronte a un paziente che ti vuole parlare».