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di Filippo Cavallaro
Lo scaffale a destra del libro della scorsa noterella sul marketing, e poi quasi tutti gli spazi della libreria presentano saggi e romanzi, di autori italiani e stranieri. L’attenzione l’altro giorno si è focalizzata su un titolo “Il prodigio” scritto da Emma Donoghue scrittrice di origini irlandesi.
Nel romanzo si distinguono due protagoniste Lib ed Anna costrette a convivere per un paio di settimane, condividendo un periodo delle proprie vite molto forte.
La prima è una giovane e rigorosa infermiera formata nell’ospedale militare, la seconda è una ragazza che dichiara di nutrirsi di “manna dal cielo” e per tale motivo ha attirato attorno a se l’attenzione di tanta gente che viene in processione da ogni parte per vedere con i propri occhi la bambina che da quattro mesi non assume cibo.
L’incontro è promosso da un comitato cittadino, coordinato dal dottor McBrearty, medico della contea delle Irish Midlands, costoro sono convinti che la bambina mangi di nascosto e pertanto Lib insieme ad un’altra collega infermiera vigileranno giorno e notte per smascherare l’impostura.
Anna passa il tempo nella sua spoglia cameretta leggendo, cucendo, cantando e pregando. Lib, dopo alcuni giorni di stretta sorveglianza per scoprire qualunque trucco, aveva intuito che Anna non stava fingendo. La bambina era convinta di poter vivere senza alimenti. Quindi la bambina era solo una paziente che camminava senza saperlo verso l’orlo di un precipizio.
Questa storia è inventata, però trae ispirazione dalle cosiddette digiunanti, bambine e donne di diverse età che, nei secoli scorsi. spesso per motivi religiosi, sembravano in grado di vivere senza mangiare.
La riflessione e su come si interessa al caso un medico condotto e di come egli riesce a coinvolgere tutta la comunità.
La riflessione continua perché si parla di un’epoca (1859) agli albori della scienza infermieristica e del metodo scientifico proposto dall’inglese Florence Nightingale.
Continua ancora perché si cerca una professionista esperta e la si convoca, nella piccola cittadina irlandese di Athlone, appena tornata a Londra dalla guerra di Crimea. Un viaggio in treno fino a Liverpool, da qui il traghetto per Dublino, e poi il locale.
Una storia che presenta una comunità attenta a quanto sta accadendo nel mondo per affrontare il caso ed a compensare con un lauto corrispettivo la professionista.
Una storia di amicizia tra una donna scrupolosa nella professione ed una bambina costretta tra misticismo e superstizione.
Ricordate Jaia? Chissà cosa ne penserebbe lei?