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a cura di Giuseppe Iannelli
Riflessioni multi-tematiche…fatte dalla prospettiva di un presente “sicuro” di aver migliorato il suo passato ma “incerto” sulle prospettive del suo futuro.
E se nell’anno del Topo del Calendario Cinese il Dragone si fosse risvegliato?
Secondo gli astrologi di quel Paese, questo del Topo doveva essere un anno prosperoso e positivo per il popolo dagli occhi a mandorla.
Alla faccia degli indovini!
Speriamo che si aggiusti strada facendo perchè di sicuro non sono dello stesso avviso le decine di migliaia di cinesi che hanno beccato l’infezione da Coronavirus.
Alle sterili considerazioni sulle abitudini alimentari cinesi si è aggiunta, fin dai primissimi giorni, a fare da scoop giornalistico, la notizia assolutamente priva di significatività scientifica che questa SARS sia esordita in un mercato di animali selvatici.
Come per tutte le malattie zoonotiche che l’hanno preceduta, ha poca rilevanza che siano stati pipistrelli o serpenti in testa a contagiare gli umani.
Sulla Terra uomini e animali convivono dagli albori e si scambiano da sempre vita e morte!
In questo momento ci interessa solo pensare che il paese più popoloso al mondo è investito da un’epidemia infettivologica di elevata virulenza che, per la rapidità con cui si sta diffondendo, ha serie possibilità di diventare pandemia.
E allora che facciamo?
Ricostruiamo un bel “Enola Gay” e buttiamo loro addosso una bella atomica “autoripulente” oppure ne aspettiamo l’estinzione spontanea?
Vediamo di dominare le eccitazioni del momento.
In fin dei conti l’abbiamo sempre scampata coi parenti batteri e i cugini virus!
Finchè, all’epoca dei Lumi, i pionieri del “non visibile ad occhio nudo” ci informarono che all’interno dei tessuti e dei liquidi animali esistevano, mobili e fertili, questi simpatici corpuscoli, le epidemie venivano vissute con fatalismo.
Abbagliato dalla Scienza, l’ipse dixit cedette, di necessità e per virtù altrui, il posto alla ricerca e alla sperimentazione galileiana.
Non più metafisica, Aristotele o distorte interpretazioni delle Sacre Scritture, solo scienza e osservazione.
Intorno ai microscopi crebbero generazioni di scienziati come Hansen e Koch per citarne alcuni, che diradarano le nubi del passato.
Fin dai tempi più remoti le malattie e in particolare le epidemie erano considerate “castigo divino”.
Le scoperte medico-scientifiche che pullularono tra il XVIII e il XIX secolo delusero e non poco quanti, Dotti e Dottori della Legge, negli anni bui del Medioevo, omettevano di interpretare a dovere alcuni passi evangelici “scomodi” e antitetici al loro “sapere”.
Tra le tante “idee” trasmesse loro dal grande maestro Aristotele, c’era appunto la teoria che Dio si servisse delle malattie per punire quanti si fossero macchiati di peccato e che lo facesse in maniera programmatica estendendo gli effetti del castigo oltre la generazione dei padri peccatori, fino all’esenzione della pena.
Dunque se morivi di mali “oscuri” significava che te lo meritavi ad onta di quel fatto raccontato da Giovanni (9:1-3) in cui al Figlio di Dio viene fatta dai Discepoli una domanda a cui segue una risposta sconvolgente.
La domanda fu: ”Rabbi, dato che quest’uomo è nato cieco, chi ha peccato? Lui o i suoi genitori?”
Gesù non solo risponde che la cecità di quell’uomo non era frutto di peccato ma addirittura con un impasto di terra e saliva lo guarisce.
Quando la peste nel XIV secolo uccide in Europa milioni di persone ancora si pensava così.
Nel Medioevo i nostri colleghi salassavano i “peccatori” quasi a volerli liberare degli umori malefici e negativi.
Qualche secolo più tardi, nel XVI più o meno, sfidando la collera inquisizionale e sottoponendosi di buon grado a fulminee scomuniche, i medici cominciarono a “ragionare” sul metodo e resisi conto che non potevano “guarire”, distruggevano i corpi che rappresentavano il “contagio”.
Dal salasso e dalle formule magico-alchemiche al fuoco che contrastava la diffusione della malattia eliminando i “corpi del reato”, il passo fu, anche se non razionale, comunque utile a limitare il contagio.
Fino alla fine del XIX secolo non si sapeva che fosse stata quell’animalucolo, chiamato poi Yersinia dal nome dello scopritore, l’agente della peste e nemmeno che il bubbonico colibacillo fosse giunto in Europa con i ratti e le simbiotiche pulci, importati dai mercanti genovesi dalla Cina e dal Medio Oriente insieme alle sete e ai profumi.
Lo avessero saputo all’epoca, specialmente i messinesi che ne furono tra le prime vittime nel 1347, avrebbero fatto falò di tutto, uomini, topi e masserizie mandando a quel paese tutti gli “orienti” del mondo!
Ignari di come stessero le cose e, passato di moda il peccato, ad ogni epidemia di peste o altro, cominciarono a prendersela con gli untori.
In qualche modo i santi inquisitori dovevano campare!
Dai peccatori si passò a questa categoria di malcapitati che sol perché brutti e antipatici o strozzini o spie o fraudolenti venivano messi ad arrostire su cataste ardenti o marcire nelle profondità senza luce delle patrie galere con tutto il carico di maleficità.
E’ facile sorridere degli errori del passato; il dramma è dramma sempre e dappertutto, sulle lacrime e sul dolore non è giusto far cabaret.
Altri tempi! Ma! Siamo sicuri che in noi, oggi fortunatamente depositari di scienza e conoscenza, non sopravviva qualche frustolo di tessuto necrotico medievale quale substrato ancestrale del nostro essere e pensare.
Se riflettiamo un attimo converremo che, giunti già all’alba del terzo millennio, sono ancora tanti i tabù dei quali non riusciamo a liberarci.
I primi… la gelosia e l’egoismo.
Il secondo…il desiderio di potere.
Ma dico…! Ci ha dato di volta il cervello!?
Qualche giorno fa, prima di quando scrivo, quei poveri martiri dei Cinesi comunicano al mondo che “forse” due molecole potrebbero essere utili per arginare l’epidemia di ncoV 2020 che li ha investiti per primi e rischia di diventare calamità pandemica.
E che succede?!
Gli Stati Uniti rispondono con un inasprimento delle misure doganali e finanziarie scatenando i mercati contro l’impero economico dei figli di Mao.
L’Europa manda mascherine e assicura che le “sue” ricerche stanno procedendo!
Altro che focherello sparso, è come se si volesse creare terra bruciata tutto attorno alla Cina.
Ma non sarebbe stato meglio organizzare una task-force scientifica internazionale di ampio respiro?
Mi chiedo se, oltre ad isolare gli ammalati e ad abolire i viaggi internazionali dai focolai epidemici, non potrebbe servire anche uno sforzettino della serie “abbattiamo le barriere” (che nella scienza non devono esistere) e collaboriamo!
Sarà la concitazione del momento ma ho la sensazione, spero errata, che ognuno preferisca remare per i fatti suoi, col suo equipaggio!
Ma perché?
Vuoi vedere ce c’è di mezzo il business, vuoi vedere che quegli untori moderni che sono le Borse Finanziarie stiano pensando di profittare della crisi cinese per arginarne lo strapotere economico!
Non me ne vogliate, non fatemi fare la parte del passero solitario che cantava ai campi dove nessuno lo sentiva o gli rispondeva.
Piuttosto tranquillizzatemi!
Secondo voi, può avvenire ciò in un momento simile da cui l’umanità rischia di venir fuori decimata?
Abbiamo distrutto il pianeta e adesso pensiamo a salvare il nostro orticello?
Sento odore di…si salvi chi può!
Per noi, amici Medici, non cambia molto!
Noi, salassatori o scienziati, stiamo sempre sulle barricate a lottare insieme ai malati e a morire con essi, se necessario.
Probabilmente saranno velocizzati i programmi che prevedono per l’umanità l’exodus biblico su Marte.
Ma perchè fuggire? Potremmo trovare microscopici killer anche là? Fanno il loro mestiere, vivono! E vivere ha i suoi costi per loro e per gli ospiti!
Non lasciamoci sfuggire l’occasione! La Cina è…vicina! Oggi, più di ieri! Potrebbe essere l’inizio di una nuova era! Cari colleghi “vicini e lontani” è l’ora di darsi la mano e camminare insieme!
Sarebbe davvero un “peccato” imperdonabile non farlo.
La solidarietà è un’arma potente.
Certamente abbatte le barriere e, molto probabilmente, distrugge i virus!