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Si è tenuta venerdì 28 febbraio, l’assemblea annuale della Condotta Slow Food Valdemone durante la quale è stato eletto il nuovo Comitato che reggerà la Condotta per il prossimo quadriennio.
Laura Gugliotta è stata eletta fiduciario, ricevendo il testimone da Giuseppe Restuccia, per 6 anni alla guida del Comitato uscente. Una novità tutta al femminile che non investe solo la figura apicale ma riguarda l’intero comitato neoeletto, composto per quattro quinti da quote rosa, novità assoluta dal momento della fondazione della Condotta avvenuta nell’anno 2013.
Un nutrito numero di giovani comporrà il board del movimento Valdemone, composto da Claudia Cavaliere Martinez, Ileana Padovano, Marzia Villari ed Alessandro Ciatto, oltre ovviamente a Laura Gugliotta, ognuno con ruoli ed incarichi ben definiti che si concretizzeranno in azioni strategiche già sommariamente illustrate al momento dell’insediamento tramite la lettura del Dossier della Condotta.
“Abbiamo il dovere morale di far tesoro dell’ottimo lavoro svolto in questi anni dal precedente Comitato di Condotta che si è speso in maniera eccellente. Al contempo, però, abbiamo l’obbligo di rafforzare questo movimento e lo vogliamo fare proponendoci al territorio con una chiave di lettura più attenta alle nuove generazioni, quindi a giovani e giovanissimi, i futuri protagonisti della cultura del cibo buono, pulito e giusto – questi i primi commenti della fiduciaria neo eletta – Con questo scopo abbiamo già delineato delle precise strategie da mettere in campo sottolineando che sarà indispensabile il supporto di chiunque voglia spendersi per la crescita del food movement nel nostro territorio. Abbiamo già in prima battuta assegnato diverse deleghe e ne definiremo più in là delle altre, ognuna con dei compiti ben precisi che risulteranno di fondamentale importanza per far crescere la filosofia Slow Food”.
Tanti gli argomenti e le proposte evidenziate nel Dossier dal nuovo Comitato e da mettere in pratica già dai prossimi giorni: dalla biodiversità alimentare tramite il recupero dell’agricoltura periurbana all’educazione al gusto nelle scuole e nell’Università, dalla maggiore e migliore relazione del movimento slow food con la società e con i cittadini ad una presenza sempre più attiva e propositiva nei tavoli istituzionali.
(Fonte: Tempostretto)