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De Domenico su coronavirus: “Nessuna sterile critica. Lavoriamo in Ars su nuove problematiche che riguardano case di riposo, autismo e TSO”

De Domenico su coronavirus: “Nessuna sterile critica. Lavoriamo in Ars su nuove problematiche che riguardano case di riposo, autismo e TSO”

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I miei interventi in questi giorni difficili, voglio ribadirlo, non sono concepiti come una critica, che sarebbe comunque inopportuna in questa fase, né per cercare ribalte mediatiche che non mi interessano, visto che sono da sempre abituato a risolvere i problemi piuttosto che a pubblicizzarli. Il mio impegno in politica ha come obiettivo dare un contributo di esperienze, ovvero fare da cassa di risonanza alle istanze dei cittadini su problematiche, che da tantissime parti vengono portate alla mia conoscenza.
In questo intervento mi voglio occupare di tre situazioni di criticità che riguardano le fasce più deboli della comunità:
1.Case di riposo: l’esperienza di questi giorni dimostra come le residenze per anziani e le RSA costituiscano un rischio troppo grande per poter essere affrontato con i medesimi strumenti e linee guida che valgono negli altri casi. Quando il virus entra in questi luoghi fa una strage. La percentuale di soggetti che devono ricorrere alla terapia intensiva cresce a dismisura, al di fuori di ogni controllo e previsione.  Per cui è imperativo supportare chi gestisce queste strutture, affiancandogli un aiuto medico-scientifico, mediante il servizio di prevenzione e una consulenza epidemiologica. Bisogna, altresì, attraverso adeguati dispositivi di contenimento, irrobustire le barriere protettive, oltre che sottoporre ad uno screening preventivo i pazienti ed operatori, prescindendo dai criteri generali finora utilizzati (sintomaticità). Si tratta di un numero non tanto rilevante di soggetti che devono avere una assoluta priorità in quanto il loro eventuale contagio avrebbe un impatto devastante sul sistema sanitario territoriale e sulla sua capacità di fronteggiare la crisi.
2. Disturbo dello spettro autistico: Le famiglie che devono fronteggiare queste situazioni sono al limite della sopportazione, già era difficile prima, figurarsi ora. Ci sono situazioni che stanno diventando esplosive. Queste famiglie evidenziano che oltre alla maggiore difficoltà di accesso a quelle strutture che garantiscono il supporto di terapie cliniche, si sono aggiunte quotidiane difficoltà che le famiglie sono costrette a fronteggiare in solitudine e in una realtà ancor più complessa come quella dell’isolamento domiciliare, dovendo gestire ogni giorno, e per tutto il giorno, i propri figli senza l’aiuto dei servizi scolastici. Appare, infatti, paradossale che, mentre tutto il corpo docente sta fronteggiando con abnegazione l’emergenza di portare avanti un programma scolastico on-line e, soprattutto, impegnando i ragazzi per buona parte della giornata, non sia stato previsto alcunché per i ragazzi disabili. Eppure, durante l’anno scolastico, è previsto che seguano un programma differenziato finalizzato, non al conseguimento del diploma, quanto di un attestato. Ritengo che sia molto importante che le istituzioni scolastiche diano il loro fondamentale contributo a queste famiglie, individuando percorsi didattici a distanza che possano impegnare anche questi ragazzi, utilizzando, peraltro, gli insegnanti di sostegno e gli Assistenti alla Autonomia e alla Comunicazione in forza ad ogni Istituto scolastico.
3.TSO: non bisogna avere doti di preveggenza, ma basta ascoltare gli esperti del settore, per capire che queste misure di limitazione comporteranno una recrudescenza delle patologie psichiatriche e un numero elevato di cittadini a rischio che sempre più farà ricorso all’aiuto degli specialisti del settore e, nei casi più gravi, potrebbero essere costretti al TSO. Orbene, è necessario che ogni Asp contenga nel suo territorio i ricoveri per TSO, evitando le migrazioni che hanno costituito finora quasi la regola. Ancor più è necessario che si realizzi negli ospedali Covid un SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) dedicato, per evitare il rischio di contagio negli altri ospedali e nei SPDC non Covid, ovvero idonei locali, all’interno dei reparti covid, con stanze SPDC covid dedicate. Per intervenire non bisogna aspettare che ciò avvenga: per contrastare gli effetti del virus si deve giocare di anticipo, non all’inseguimento.
Oggi pomeriggio è stata convocata l’Aula, alla presenza del Presidente Musumeci e mi farò carico di presentare queste mie considerazioni, così come le idee per programmare una ripresa delle attività economiche da pensare fin da oggi per non essere impreparati una volta conclusa questa fase.