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a cura di Giuseppe Iannelli
Riflessioni multi-tematiche…fatte dalla prospettiva di un presente “sicuro” di aver migliorato il suo passato ma “incerto” sulle prospettive del suo futuro.
Grazie Virus!
Datemi la possibilità di spiegarvi, prima di accusarmi di demenza o di qualsiasi altro stato di dissociazione logica.
So bene di quanti lutti e miserie questo inatteso flagello stia procurando all’umanità ma la sua virulenza probabilmente produrrà un effetto benefico, quasi “terapeutico” sulla indolenza e cecità di chi ha in mano i destini degli Stati.
Quando “temporibus illis” le pestilenze falcidiavano interi popoli, a nessuno veniva in mente di addossare colpe a chi li governava o ai medici che assistevano impotenti all’evoluzione delle epidemie.
Gli dei comandavano le sorti dell’uomo decidendone la vita e la morte, le fortune e le avversità mossi da volubilità simil-umane.
Le entità olimpiche di non antropomorfico avevano solo l’immortalità, per il resto condividevano con gli uomini le passioni, i loro vizi e le loro virtù, facendosi partigiani degli uni e delle altre in un teatro surreale che era solo una trasposizione immaginaria della realtà.
Forse il Corona-virus c’era già ma tutto era accettato in nome della deità.
Passati a migliore e più giusta visione del trascendente, ad ogni “pestilenza” si cominciò erroneamente a pensare al castigo, come se Dio provasse piacere a sterminare milioni di “figli” per il gusto di punirli di malefatte!
E di quali malefatte potevano mai macchiarsi specialmente i poveri e i miserabondi che morivano in quantità esageratamente grandi in corso di epidemie.
Poteva Dio far questo!
La verità era che i sistemi strutturali degli agglomerati urbani non erano organizzati secondo criteri igienico-sanitari adeguati.
L‘insufficiente smaltimento dei rifiuti organici e l’ignoranza sulle cause delle epidemie facevano sì che, non potendo avallare una valida spiegazione in terra, ancora una volta si guardasse al cielo per spiegarne le dinamiche adducendo ad esse “finalità” errate.
Accesosi il “Lume” della ragione, l’Autorità si prese cura di riorganizzare e provvedere delle adeguate misure il civico consesso.
Nel ventesimo secolo in particolare, la scienza divenne protagonista di inimmaginabili scoperte scientifiche che governi e governanti pensarono di mettere a disposizione del potere e del lucro.
Col passare del tempo anche la Sanità divenne una questione economica e finanziaria.
Con un percorso iniziato dalla L. 833/78 e completato dalla 193/99 della Bindi, tutto veniva “aziendalizzato” e affidato a tecnici-manager per “razionalizzare”, si sentiva dire, una spesa divenuta eccessiva per effetto dell’invecchiamento della popolazione e della prevalenza delle malattie coniche.
Gli ospedali, i medici, i paramedici, gli operatori sanitari furono considerati pedine di un Monopoli insensato.
A quel gioco le Azioni della Sanità erano perdenti, valevano poco.
Servivano troppi soldi per tenerlo in vita, troppe le spese per gestirlo, inutile dispendio di risorse economiche, bisognava risparmiare.
Era molto più utile investire nel fatturato industriale e nel commercio dove, si guadagnava bene con poca fatica senza “sperperare” denaro pubblico.
E poi…perché spender così tanto se bastava un colpo di laser, un vaccino o un farmaco a far fuori qualsiasi “microscopicità” biologica provasse ad emergere.
Adesso questa particella di acido ribonucleico “sub-microscopica” evolutasi (almeno così preferiamo pensare) da un progenitore che per secoli ha fatto venire il raffreddore a miliardi di esseri umani, sta radendo al suolo l’umanità.
Per fronteggiare l’emergenza sarebbero servite tutte le cose “oscurate”.
Gli ospedali chiusi o mai completati per investimenti sbagliati (!?), i medici e i paramedici mai laureati per l’istituzione del “numero chiuso” che evitava la pletora (!?) e la conseguente spesa.
Adesso vi spiegate perché ho esordito ringraziando, sarcasticamente, questo orribile virus’
Il Covid ha messo a nudo i grossi errori commessi nella gestione della Sanità pubblica degli ultimi anni in Italia.
La misericordia di Dio aiuterà l’uomo a vincere questa ulteriore battaglia per la sopravvivenza della specie ma sarebbe stato bene che tutto il sistema, in poche settimane organizzato, con molto affanno, fosse stato ben pronto a fronteggiare l’epidemia.
Speriamo che il sistema emergenziale messo su in fretta e furia non venga destabilizzato del tutto o riutilizzato per scopi impropri, cessata la minaccia.
Diciamolo con forza ai politici: il comparto sanità va migliorato, potenziato, organizzato nei dettagli, continuamente aggiornato per essere immediatamente disponibile a difendere l’umanità da eventuali altri attacchi biologici o fisico-chimici che il futuro può riservarci!
Chi s’intende di calcio ricorda un grande uomo del passato, Helenio Herrera, allenatore dell’Inter campione intercontinentale.
Fu il profeta del calcio moderno.
Diceva che la migliore difesa fosse l’attacco e, allo scopo, inventò i terzini di fascia che supportavano e rendevano micidiale l’azione di attacco della squadra creando superiorità numerica contro le difese avversarie.
Questa novità aggiunse i suoi benefici ad un tipo di calcio, tutto italiano, che aveva basato la forza delle sue Nazionali sulle difese catenaccio.
Ecco, caro virus, con te vinceremo proprio così: ben coperti in difesa ma pronti a sferrare attacchi sulle fasce e farti goal prima che tu possa “organizzarti” e attaccare a tua volta.
Perché ciò avvenga la squadra non deve essere smantellata semmai sempre rinforzata in tutti i reparti, sempre allenata e pronta a giocare partite “vincenti”.