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di Diego Celi e Pino Privitera
Il mondo parla di rinascita? Noi ci occupiamo de “Il Declino”.
La politica ha il dovere e i mezzi per arrestare il lento ed inesorabile declino che incombe sul Bel Paese. Chi governa non dovrebbe perdersi in proclami elettorali, ma indicare concretamente un percorso con progetti e strumenti credibili atti a dare risposte concrete ai cittadini, alle imprese, ai professionisti, alle partite IVA, ai dipendenti pubblici. I partiti e i corpi intermedi, con i difetti delle umane cose, hanno avuto il compito di preservare i valori
dell’umanesimo basati sulla dottrina sociale e sul rispetto della persona. L’eclissi di questi e la nascita di movimenti populisti hanno causato una ondata di antipolitica priva di competenza e visione. I mantra dell’identità e il dittico “uno vale uno” hanno sostituito la
nobile “arte” dello Stato, descritta da Machiavelli, con il nulla. La Magistratura ha occupato ogni spazio disponibile, in nome del diritto, incurante di esigenze politiche, sociali ed economiche. I movimenti populisti assertori della decrescita felice, hanno esaltato l’incompetenza, il nazionalismo, l’autarchia economica, la chiusura dei confini geografici e auspicano una “popolocrazia” attraverso la democrazia diretta. La loro cultura è rappresentata da post e invettive. Essi sono il prodotto del declino della politica causato dalla evaporazione dei partiti, dalla manipolazione della questione morale, dalla scomparsa dell’umanesimo, dal tradimento politico e dalla globalizzazione selvaggia. Lo scenario presente non ha nulla a che fare con l’architettura costituzionale sognata progettata e costruita da Machiavelli, Weber, De Gasperi, Moro e Berlinguer. Manca l’indicazione di una
prospettiva che guardi oltre l’emergenza. Un discorso che dia un senso collettivo, l’orizzonte
dei fini. La Politica.
IL SAGGIO SARA’ DISPONIBILE NELLE LIBRERIE A FINE LUGLIO 2020