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Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Viaggio”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Viaggio”

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di Filippo Cavallaro

Lungo le rive si stendevano magnifiche boscaglie di pisang dalle gigantesche foglie, i cui frutti hanno un color giallo dorato, di stupendi mangostani, di preziosi sagù dai cui tronchi si estrae una fecola assai nutritiva, di gambir, di betel e di colossali alberi della canfora, sui cui rami urlavano bande di scimmie di un bel colore verde, e cicalavano bande di tucani dagli enormi becchi.

Questo l’ambiente di molte avventure del coraggioso Sandokan. Luoghi di sogni e di leggendarie imprese che Emilio Salgari dava modo di sentire come propri, da vivere.

Una letteratura coinvolgente a tre dimensioni, che non sono quelle di base, altezza e profondità, ma sono geografia, storia e biologia. Grazie alle descrizioni precise dal punto di vista topografico, puntando sulle spettacolari azioni compiute dai protagonisti, ed in virtù dei puntuali riferimenti zoologici e botanici, lo scrittore veronese riusciva ad accompagnare i lettori in favolose avventure.

Erano viaggi che ognuno faceva attraverso la lettura, da seduto, trasportato dalla fantasia.

In pochissimi allora (1896 “I pirati della Malesia”) avrebbero potuto permettersi di visitare la Malesia ed i mari del Borneo, invece, in compagnia delle tigri di Mompracem, tutti potevano affrontare in poche pagine il lungo trasferimento transcontinentale, e vivere quei paesaggi, quelle gesta audaci dei tigrotti, che con coraggio, si facevano beffe di eserciti e flotte.

Per molti amici disabili alcune mete di viaggio sono irraggiungibili ed è solo grazie ai libri o ai film, grazie alle trasmissioni televisive o ai sempre più ricercati siti web, che ne prendono conoscenza.

Chi viaggia ed ha necessità di portare con sé protesi, ortesi od ausili sa quanto è macchinoso affrontare un viaggio. I percorsi non sono liberi, solo obbligati e spesso vigilati da personale addetto all’assistenza. Il più delle volte sono unici e possibili solo se accompagnati.

Un altro aspetto è la gestione del trasporto o della spedizione.

Diverso è viaggiare in auto o in pullman con gli amici in un viaggio organizzato. In questo caso ci si conosce tutti, ed i bisogni di ognuno sono messi in conto per la buona riuscita del viaggio. Carrozzine e deambulatori, cateteri e pannoloni, ma anche NIV e PEG, non diventano un intralcio, un rallentamento, il viaggio è cadenzato sui tempi di trasferimento con gli ausili, con quanto serve per la gestione, l’igiene e la manutenzione.

Così, come si sa, l’andatura sarà lenta.

Ricordo una volta in cui l’Associazione Senza Barriere organizzò una vacanza ed io con gli amici del Kunsertu proponemmo una gimkana, un modo per scoprire che malgrado protesi ed ausili in gruppi ben amalgamati si possono superare gli ostacoli. Si può affrontare l’avventura.

Nessuno sapeva della sorpresa che li aspettava, ma quel giorno, sia le persone disabili che i volontari, anche i familiari e gli amici in visita, furono tutti messi a terra, distesi nel salone, uno accanto all’altro, al buio furono spazzolati da otto “giganteschi pennelli”, che liberarono dai freni della paura e dalle catene della malattia. Riappropriatisi dei sussidi, strumenti di libertà, via a gareggiare, in gruppo per raggiungere il traguardo.

Ognuno scoprì qualcosa di nuovo nel compagno di squadra.

Questa fu la vera avventura, non le strettoie o le pendenze, i dislivelli o le tortuosità. Ognuno scoprì anche il coraggio dentro di se che veniva amplificato dal gruppo.

Nei romanzi di Emilio Salgari, un aiuto alla fantasia, veniva dato dalle illustrazioni, che validissimi disegnatori realizzavano per descrivere le scene principali dell’avventura.

L’aspetto interessante è che a viaggiare da seduti non erano solo i lettori, come è noto Emilio Salgari non si allontanò oltre l’Adriatico, e la stessa cosa vale per i disegnatori delle imprese di Sandokan.

A tal proposito, oltre alle centinaia di titoli del grande Emilio Salgari, è interessante un libro, scritto da Paola Pallottino per Sellerio nel 1994, sul fotografo e disegnatore napoletano Alberto Della Valle. L’illustratore salgariano per modelli scelse i parenti, che riusciva a reclutare, per coinvolgerli in esotiche pose da fotografare, e poi trasferire in disegni arricchiti di particolari.

Una estate ricca di avventura a tutti.