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di Salvo Rotondo
Se si fosse dato ascolto al Comitato Tecnico-Scientifico nominato dal governo la crisi prodotta dal lockdown sarebbe stata probabilmente meno pesante per il Paese, ma non sappiamo se la diffusione della malattia non avrebbe avuto una evoluzione peggiore.
Il Comitato tecnico scientifico consigliava al governo, già il 7 marzo scorso, sulla base dell’analisi della situazione epidemiologica, di “adottare due livelli di misure di contenimento: uno nei territori in cui si è osservata maggiore diffusione del virus, l’altro sul territorio nazionale”. In particolare differenziare il grado di “chiusura” nei territori più colpiti come la Lombardia, le province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Modena, Pesaro Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti ed il resto del paese dove, per motivi ancora non del tutto conosciuti la pandemia non aveva raggiunto particolari gradi di gravità. Questo consiglio, però, non fu ascoltato.
Questa è la più significativa notizia emersa dalla pubblicazione parziale, sul sito della fondazione Einaudi, dei verbali del CTS governativo inizialmente secretati.
Mancano all’appello altri importanti verbali di cui si attende la pubblicazione.
In situazioni come questa si naviga in uno stretto mare procelloso e chi tiene la barra del timone ha il dovere di mantenersi a debita distanza di due pericolosi mostri: Scilla (l’Emergenza sanitaria) e Cariddi (la Contingenza economica). Solo chi avrà sufficienti capacità e adeguato coraggio sarà in grado di portare in un mare più sicuro l’Italia.
Link dei verbali desecretati pubblicati sul sito della Fondazione Einaudi.