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Pandemia e follia

Pandemia e follia

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di Pasquale Russo – neuropsichiatra

Abbiamo sofferto tre mesi di “lockdown”, immagini di bare allineate, rianimazioni sature, anziani che morivano come mosche, figli che non potevano dare l’ultimo saluto ai padri, nonni che non potevano vedere l’ultima volta i nipoti.

Il messaggio era martellante: state a casa, state a casa. Musiche in balcone, striscioni con scritto “ ce la faremo”.

Poi, il 3 Maggio, una prima liberazione, quindi libertà assoluta.

Tutti fuori, al mare, in montagna, in collina, al lago, nelle seconde case, ovunque. Giochi, assembramenti, mascherine al polso come vezzo ma poi quasi nessuno le metteva. Se lo facevi osservare, ti guardavano male come minimo. Nessuno più sorvegliava, nessuno rischiava multe, ogni tanto si levava, “ vox clamans in deserto”, il monito di qualche tecnico: “ così ci sarà una seconda ondata” ma nessuno lo ascoltava.

Arriva settembre, cadono le prime foglie e con esse tutte le illusioni. Le Cassandre avevano ragione. Prima lentamente, poi in ragione geometrica i casi crescono.

Riprende il tormentone, a qualunque canale televisivo ti colleghi, qualunque giornale leggi, il covid è il protagonista assoluto.

Mascherine, chirurgiche FPP2, FPP3, schermi facciali. Di nuovo file di ambulanze ai Pronto Soccorso, Ospedali intasati.

Esperti o sedicenti tali che predicano omelie diverse. Insomma il Paese non appare preparato.

Riappare il magico DPCM, l’ineffabile Conte torna sugli schermi, elegantissimo nei suoi completi con pochette, e sciorina divieti, chiusure, consigli, eccetera.

Convalescente e ferito, il Paese è terrorizzato. Numeri stratosferici senza spiegazioni né proporzioni, messaggi apocalittici.

Chiusi cinema, teatri, “sconsigliati” i passaggi da comune a comune (che significa sconsigliato in una legge? O è proibito o è consentito)!

Ma non è su queste cose ripetute e risapute che volevo soffermarmi, bensì sui danni psicopatologici che questa situazione comporta.

Cammini per strada e guardi tutti, esamini se c’è la distanza, se hanno la mascherina, se ti devi allontanare etc. Se qualcuno tossisce o sternutisce, tutti lo guardano come potenziale untore. Se capita a te di tossire o sternutire, ti mortifichi e ti vergogni come se avessi fatto la pipì per strada.

Se viene un amico in casa, lo fai entrare con sospetto, distanziamento e mascherina anche con i conviventi.

Al ristorante per una cena no, un caffè al bar è una sorta di missione segreta.

L’OMS ha definito la salute come stato di pieno benessere fisico e psichico.

Ormai esiste solo il covid. Grave, per carità, potenzialmente letale ma tutte le altre malattie non vanno in vacanza, non vanno in vacanza i tumori, i traumi, le vasculopatie cerebrali etc. Come si fa a parlare di pieno benessere soprattutto psichico in una situazione del genere.

Non appartengo né a negazionisti ne a complottisti né a nessuno dei neologismi che hanno creato, sono solo un medico, un neuropsichiatra che vede crescere l’ansia,l’angoscia, la depressione, la fobia. Vi confesso anche dentro di me.

Non dico che non bisogna informare la gente, informare è doveroso, terrorizzare è criminale.

Far vedere solo immagini di gente attaccata al respiratore, di ambulanze che corrono all’impazzata e non dare anche immagini reali anche di speranza, mi sembra scorretto. Spiega poi gli atti di rivolta, l’esasperazione di chi magari non si ammala di covid ma non ha i soldi per comprare il pane ai suoi figli , l’aumento delle violenze in famiglia, gli atti di suicidio, l’aumento del consumo di psicofarmaci. Rischiamo di dover poi trasformare i covid hospital in manicomi covid.