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Baruffe Chiozzotte

Baruffe Chiozzotte

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di Diego Celi

Le “Baruffe Chiozzotte” è una commedia di Carlo Goldoni messa in scena al teatro San Luca di Venezia nel 1762 – una delle opere più famose del commediografo veneto, è tutta animata dalle gelosie e dalle chiacchiere delle donne – La citazione non è impropria. Mentre, infatti, la curva dei contagi da Covid-19 ha raggiunto un tasso che crea inquietudine e paura, assistiamo a baruffe fra uomini di scienza e scambio di accuse tra il Ministero dei Trasporti e gli Assessori regionali, di più ad una contrapposizione concettuale fra il Ministro competente (il quale nega che i trasporti siano causa dei contagi) e il Presidente del Consiglio che, nell’informativa alla Camera, spiega che la stretta del Dpcm ( chiusura bar, ristoranti, piscine, teatri, cinema etc.) è dovuta “alla oggettiva difficoltà di assicurare il rigoroso rispetto delle distanze sui mezzi di trasporto pubblici”. Ma se al chiacchiericcio politico col tempo ci si è assuefatti, perchè considerato risultato di incompetenza e arroganza, le baruffe fra uomini di scienza (virologi, epidemiologi e infettivologi etc) creano sgomento. La scienza è sapere e dottrina. Galileo Galilei è il padre della scienza moderna che si basa sul metodo sperimentale: essa prevede di controllare continuamente che le osservazioni sperimentali siano coerenti con le ipotesi e i ragionamenti svolti. Il suo obiettivo è di pervenire a una descrizione il più verisimile possibile, con carattere predittivo della realtà e delle leggi che regolano l’apparenza dei fenomeni. Compito della scienza è dare certezze, educare e responsabilizzare.
Durante questa pandemia, complici tutti i mass-media, abbiamo assistito ad una fiera della vanità. Non solo sono mancate le certezze, ma molto spesso si sono alimentati dubbi e sostenute mistificazioni. Niente succede per caso. Il partito di maggioranza relativo di questo Paese è No-VAX, ha ipotizzato scie chimiche e qualcuno di questi esponenti, persino, ha negato che sia avvenuto lo sbarco sulla luna. Pur accettando le legittime visioni ideologiche, sembra assurdo potere accettare e condividere queste credenze medievali. Eppure l’onda negazionista, che non è irrilevante, si basa anche sulle idiozie di questo Movimento. Per chi scrive, però, non basta questo per spiegare e comprendere la messa in onda quotidiana della pièce teatrale “le baruffe chiozzotte” fra scienziati. La commedia di Pirandello “Quando si è qualcuno” ci può aiutare a comprendere: “Satira della fama. Un uomo celebre non può vivere la propria vita come gli pare e piace; ma bisogna che la viva secondo il concetto che gli altri si sono fatti di lui e su cui riposa la sua fama, schiavo dunque della forma ch’egli si è data e in cui gli altri lo riconoscono; guaj se vien meno ad essa, guaj se si lascia vincere da una tentazione. Così egli diviene alla fine statua di se stesso”. Satira della fama, dell’essere qualcuno. La forte volontà “di volere essere personaggio” è sicuramente una chiave di lettura per comprendere le affermazioni antitetiche che illustri esperti hanno sostenuto. Questo confligge con la scienza, soprattutto crea incertezze e rende ancora più fragile nei cittadini il concetto di responsabilità, acuendo il perenne conflitto fra diritti e doveri, disagio e desiderio, narcisismo e dinamica del conflitto. La fase politica e sociale che il Paese vive, necessita di padri (gli uomini di scienza lo sono). Lo scenario è inquietante: evaporazione dei partiti, sfiducia verso le istituzioni, ascesa di nuovi populismi privi di competenza e greve disoccupazione, hanno causato un malessere diffuso che può sfociare in apatia e disillusione o in una violenza incontrollabile. La precedente classe dirigente non ha lasciato eredi, creando una situazione di vuoto difficile da colmare. Se gli scienziati, per vanità e protagonismo, abdicano a questo ruolo in una fase così critica e difficile, saranno giudicati irresponsabili. Cts, Iss, virologi, infettivologi, epidemiologi, immunologi etc. , oggi , sono la pietra d’angolo su cui si fonda il presente e il futuro: non possono sottrarsi a questo ruolo e a questa funzione. Essi rappresentano ciò che il monachesimo Italo-greco ha significato per la civiltá del Paese e d’Europa. Come quei monaci salvarono la civiltà, quando travolgenti invasioni misero a ferro e fuoco l’Europa, con l’efficacia di una formula “ora et labora”, così la scienza deve creare un traliccio luminoso per allontanare il buio di questa pandemia attraverso il sapere e la conoscenza. È questo il compito dello scienziato, la sua vocazione…la sua vera realizzazione.