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Report: gli italiani sempre più affezionati ai medicinali “griffati”

Report: gli italiani sempre più affezionati ai medicinali “griffati”

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Seconda una nota Ansa che riporta gli ultimi rilevamenti dell’Osservatorio sull’impiego dei medicinali (Osmed), gli italiani spendono di tasca propria oltre 5 miliardi e mezzo di euro per i farmaci. Solo per il differenziale di prezzo fra il generico (per il quale è garantita la rimborsabilità) e il corrispettivo di marca si pagano 651 milioni, più del doppio rispetto a 4 anni fa, confermando come i pazienti siano ancora spesso molto affezionati ai medicinali “griffati”, nonostante ciò comporti maggiore spesa.

Cresce in generale anche il consumo dei medicinali: in media una dose al giorno per ognuno, per un totale di un miliardo e 368 milioni di confezioni, circa 22 confezioni a testa. Continua poi il boom di antidepressivi, i più prescritti fra i farmaci per il sistema nervoso centrale, al quinto posto per la spesa pubblica con 24 euro a testa. Medicinali, questi ultimi, che si prevede continueranno a crescere stabilmente e che rispetto a quanti soffrono di depressione sarebbero anche sottoutilizzati. E per la prima volta si riduce l’uso degli antibiotici: -6,4%, con un risparmio per le casse pubbliche di 50 milioni di euro.

I dati dei primi nove mesi 2012 fanno emergere vizi e virtù degli italiani nel rapporto con le medicine. Le differenze regionali restano ancora forti: la Sicilia è in testa nella classifica dei consumi con 1.083,7 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, contrapponendosi alla virtuosa provincia di Bolzano dove se ne consuma un terzo dimeno (720 dosi).

“Dai dati contenuti nel Rapporto – commenta il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Luca Pani – notiamo un consumo di medicinali che sirivela sostanzialmente stabile a livello nazionale, mentre a livello regionale si evidenziauna certa variabilità. I farmaci per i l sistema cardiovascolare sono i più utilizzati dagliitaliani e quelli che assorbono la maggior percentuale di spesa, seguono i farmaci per l’apparato gastrointestinale, i farmaci del sangue e organi emopoietici, quelli per il sistema nervoso centrale e per l’apparato respiratorio”.

“Dal punto di vista della spesa – conclude Pani – assistiamo a una contrazione di quella complessiva determinata, per la convenzionata, da una flessione dei prezzi dell’ 8,5%”. Ma il quadro per le aziende del settore ha tinte più fosche: secondo il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi nel 2012 c’è stato un mancato accesso sul mercato italiano di nuove medicine. “Non possiamo nascondere – afferma – che l’anno passato ci sono stati prodotti nuovi che non sono arrivati sul mercato: fra questi alcuni antitumorali e farmaci contro l’epatite C. E per l’industria si è concluso un anno in perdita con previsioni preoccupanti anche per il prossimo”.

Se si soffre per la prima volta di una malattia – temporanea o che, purtroppo, sarà cronica – e per curarla sono disponibili anche farmaci equivalenti, il vostro medico è tenuto a indicare il principio attivo del medicinale sulla ricetta rossa, che altrimenti non è valida. Può aggiungere, però, anche il nome di uno specifico farmaco, sia di marca sia generico. Qualora scriva sulla ricetta «non sostituibile», motivando la sua scelta, il farmacista dovrà darvi proprio quel medicinale, e non potrà cambiarlo con un altro. Se invece avete già una malattia cronica, potrete continuare ad assumere il solito farmaco che vi ha sempre prescritto il dottore. È quanto prevedono le nuove disposizioni sulle prescrizioni dei farmaci equivalenti, inserite nel Decreto sviluppo pubblicato a dicembre in Gazzetta Ufficiale.

Oltre a contenere alcune modifiche rispetto alle norme introdotte l’estate scorsa, le disposizioni sono soprattutto più esplicite su aspetti controversi, che avevano suscitato dubbi nell’interpretazione del testo. “Nella nuova formulazione della norma, per esempio, si specifica meglio che il medico può sempre indicare il nome del farmaco, generico o di marca, anche per le terapie prescritte ai nuovi pazienti – commenta Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale -. Del resto, la prescrizione è un atto medico di cui siamo responsabili”.

Intanto, per aiutare i pazienti a capire che cosa cambia di fatto nella prescrizione dei farmaci equivalenti, Federconsumatori ha lanciato una campagna d’informazione, come spiega la vicepresidente, Valeria Fedeli“Di solito le circolari sono per “addetti ai lavori” e possono risultare poco comprensibili a chi non è esperto. Per questo abbiamo riassunto i principali punti delle nuove regole con un linguaggio più chiaro e accessibile a tutti. Dando per scontato che i medici di famiglia informino i loro assistiti, diffonderemo le informazioni nei luoghi più frequentati dai pazienti, come Asl e ospedali”.

I cittadini, poi, chiedono spiegazioni e chiarimenti anche in farmacia: “Da anni – interviene Annarosa Racca, presidente di Federfarma -, secondo le norme in vigore, il farmacista è tenuto a informare i pazienti sull’esistenza dei farmaci equivalenti e sulle loro caratteristiche, anche perché, se l’assistito vuole il medicinale di marca, deve pagare la differenza di prezzo quando il generico è meno costoso”.

Si rileva sia in Italia sia negli altri Paesi europei una notevole crescita della percentuale di soggetti che hanno ritenuto nell’anno di avere necessità di aiuto psichiatrico e/o psicologico: la richiesta è aumentata del 10% negli ultimi 5 anni. E di pari passo cresce anche il consumo di antidepressivi.

(Fonte: fnomceo.it)