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Isolani o “isolati”? E’ la domanda che si pongono gli abitanti dell’isola eoliana di Stromboli, in questi giorni agli onori delle cronache anche per le nuovi forti esplosioni del vulcano. Durante l’emergenza covid sono emerse diverse criticità e carenze sanitarie evidenziate in una lettera inviata al governatore Nello Musumeci, all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e all’ASP Messina dall’associazione Pro Loco Loco “Amo Stromboli” presieduta da Rosa Oliva, con l’obiettivo di raccontare i bisogni di salute degli strombolani in particolare di anziani, bambini e malati cronici. Grazie ad una scrupolosa analisi, svolta in collaborazione con il dott. Gaetano Cincotta, medico punto di riferimento dell’isola e consigliere dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Messina, sono state considerate le patologie che rivestono rilevanza anche dal punto di vista statistico in quanto rappresentano percentuali superiori alle realtà nazionali.
È stato anche considerato lo spiccato isolamento geografico ed i seri problemi di collegamento con i più vicini presidi ospedalieri/ambulatoriali. Le prestazioni sanitarie considerate prioritarie sono: la presenza del Pediatra di libera scelta; garantire l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie
e le prestazioni specialistiche di Geriatria, Cardiologia e Diabetologia (ad esempio grazie alla telemedicina; istituire un servizio di prelievi ematici per le indagini di laboratorio, con cadenza da concordare, per evitare viaggi lunghi e snervanti per una prestazione che richiede pochi minuti;
creare un servizio infermieristico (infermiere di comunità/famiglia) da utilizzare per prestazioni anche domiciliari (prelievi, terapie, valutazione di parametri vitali, antropometrici, ecc.); garantire l’assistente sociale per i colloqui necessari all’analisi dei bisogni ed attivare, se necessario, la progettualità e gli interventi necessari quali, ad esempio, l’assistenza domiciliare in favore degli anziani per l’aiuto domestico e l’igiene della persona. Con il covid l’emergenza diventa ancora più urgente, al fine di evitare che una popolazione debole, già sottoposta ai disagi legati a veri e propri viaggi della speranza, venga esposta ai rischi del contagio.