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di Salvo Rotondo
La capacità di adattarsi al cambiamento rappresenta una indispensabile caratteristica necessaria alla sopravvivenza. Il divenire, migliorando, è fondamentale per qualunque organismo che nel corso della propria esistenza non si sia fossilizzato; ma bisogna distinguere cambiamenti attraverso i quali un organismo si modifica, si matura ed ottimizza i processi per meglio fronteggiare le nuove esigenze senza rinunciare ad essere se stesso, ed altre, non realmente necessarie o indotte da fattori esterni, che possono portare l’organismo all’estinzione. Negli ultimi decenni si osserva una sollecitazione esterna (troppo spesso interessata) nei venti riformatori. Ma il vento, si sa, deve gonfiare le vele per permettere una veloce navigazione, non lacerarle. Troppi tecnocrati, privi di idee originali, spesso abbindolati da idee esterofile, non hanno fatto altro che scimmiottare concetti spesso obsoleti in altre nazioni, che applicati nelle nostre realtà hanno determinato, come c’era da aspettarsi, infelici realizzazioni. Basti pensare alle riforme della Scuola, dell’Università della Sanità all’uso improprio dei DRG. In quest’ultima soprattutto sono stati inseriti parametri di misurazione che anno portato ad ingenerare valutazioni aberranti, attraverso indicatori di “sensibilità, specificità, accuratezza diagnostica e valore predittivo” che purtroppo esprimono estremistiche valutazioni che non tengono conto di ciò che non può essere misurato, con la conclusione aberrante che “ciò che non può essere misurato non esiste”. L’attuale società iconica rappresenta il trionfo di Cartesio: dove tutto deve essere parametrizzato per poter essere computato e quindi traducibile in uno scenario tecnologico, fino all’estremo della quantificazione binaria (persona che fa i conti solo con le due dita: uno rappresenta lo zero e uno l’uno, tertium non datur est). Con questo tipo di essenzializzazione minimalista si corre troppo spesso il rischio reale che uno “slogan” diventi “luogo comune” ed acquisisca una forza terribile a discapito di come non meno importanti che non vengono prese in considerazione. Proprio per questo Francesco Bacone diceva che “nella ricerca della verità la confusione è un ostacolo peggiore dell’errore”.