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Celiachia, oggi è una malattia sociale

Celiachia, oggi è una malattia sociale

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La Celiachia e le patologie al glutine correlate (da non confondere da chi è semplicemente sensibile al glutine) sono in costante aumento non solo in Italia ma anche a livello mondiale con un’incidenza compresa tra lo 0,6% e l’1% nella popolazione generale, come ad esempio Cina e India, dove l’alimentazione si sta velocemente europeizzando, aumenta l’incidenza ma ancora tantissimo resta da fare sul fronte delle diagnosi. Alcuni studi recenti stanno dimostrando come in Europa soltanto il 21% dei casi di celiachia siano diagnosticati clinicamente.

La persona con celiachia è più spesso donna con una prevalenza di 1.5 – 2 volte rispetto agli uomini, e ha almeno un familiare di primo grado celiaco (fino al 15% per il fattore di familiarità).

La celiachia può essere associata ad altre patologie,. Nella celiachia, le proteine complesse del grano, della segale e dell’orzo innescano l’attacco del sistema immunitario ai danni dell’intestino tenue. Se non diagnosticata e curata con attenzione, questa patologia può portare allo sviluppo di altre patologie autoimmuni, tra le quali la principale è il diabete di tipo I che è presente dal 5 al 16% dei casi, ma anche a osteoporosi, infertilità, danni neurologici e, in rari casi, anche al cancro.

L’incidenza rilevata dell’intolleranza al glutine risulta più accentuata naturalmente nei paesi la cui cucina si basa sui derivati del grano, come l’Italia, il numero delle diagnosi di celiachia e la gravità dei sintomi aumentano. Una persona su 120 ne risulta affetta e questo fa della celiachia la malattia genetica più diffusa. La percentuale di celiaci diagnosticati come tali si attesta attorno al 10-15% del totale.

(Fonte: fnomceo.it)