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Questioni di lingua: trentunesimo appuntamento

Questioni di lingua: trentunesimo appuntamento

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di Carmelo Micalizzi

Toponomastica del Valdemone

Nomi e Territorio*

Parte seconda: Gli Idronimi: sorgenti, fonti, laghetti, stagni, pantani.

Tracciare una soddisfacente mappatura, anche un breve commento, sui nomi di luogo della regione fisica del Valdemone, la cuspide nord orientale dell’isola con estensione dal flumen Thermini al Simeto, per naturale costrizione di spazio – lo si è argomentato in «Questioni di Lingua (30)» – non è semplice. Ci si limita qui a raccogliere alcune note, meritevoli di eventuali approfondimenti, sulla categoria degli idronimi.  

 Alcantara (fiume) era Akesines per gli antichi greci, Onobola per i romani. Il nome prende origine dall’arabo al-Qantarah, ‘il ponte’, dalla caratteristica struttura “a schiena d’asino”, noto da alcune antiche stampe che lo caratterizzava nella parte bassa del suo corso;  

Simeto (fiume) è relitto del sostrato attraverso il greco Simaitos e il latino Symaethus. Il nome non è facilmente decrittabile ma rimanda all’arabo Wadi Musa, ‘fiume di Mosè’ e all’altrettanto enigmatico Lethimuse.

Fiumefreddo (fiume), spesso proposto in diverse corrotte trascrizioni, è letterale traduzione dal greco antico Potamòs psikròs.

Agrò (torrente) è di contenuto semantico dibattuto. Il nome è ufficialmente ricondotto al greco antico agròs, ‘campo’ ripreso dal latino ager-i, di identico significato.

Savoca (fiumara) deriva dal latino sambucus, fitonimo, ‘sambuco, sambucus nigra’ attraverso il greco tardo sabouka.

Fiumedinisi (fiumara) riporta flumen di Nisi o flumen Dionisii.

Dinarini (fiumara) rimanda al fitonimo erva dinaruerba denaro, tordylium apulum’.

Camaro (torrente) possiede dibattute letture: quella greca da kammàrion ‘aconito, specie di pianta velenosa’ e quella araba himar ‘asino’, ma forse non è estranea la radice indoeuropea kmar ‘essere curvo’ che segna la netta curvità del corso d’acqua, un tempo importante fiumara, nell’immettersi nell’antica Messina.

Mela (torrente) un tempo anch’esso importante corso d’acqua, proviene dal greco antico melas ‘nero’. Per dirla con Tommaso Fazello (1573) ‘dalla nigredine delle acque che ritiene ancora’.

Floripotema (torrente) deriverebbe dal greco antico Xeropòtamos ‘fiumara secca, asciutta’, mentre Gerhard Rohlfs (1985) lo propone da Cloropòtamos ‘fiumara verde’.

Rosmarino (torrente) rimanda chiaramente al fitonimo rosmarino, ‘rosmarinus officinalis’.

Furiànum (torrente) dal nome personale Furius con – anum suffisso prediale.

Dittaino (fiume) è nome arabo trascritto da Edrisi (1154) wadi at-tin, ‘fiume del fango’.

Torto (fiume) è spiegato con la voce siciliana tortu, ‘piegato, torto, curvo’.

Salso (fiume), con sorgente nel Valdemone, deriva dal latino salsus, in arabo wadì al-malih, giusto ‘salso, salato’. 

Imera (torrente), già flumen Thermini, sovrapposizione semantica tra il greco thermài ‘sorgente termale calda’ e il latino termen ‘confine’, al limitare del coronimo wayla, Val di Mazara, prende nome dall’antica Imera.  

Detto questo, preme soffermarsi, a proposito di idronimi, su di una nota di topografia storica che parrebbe retorica ma ha un importante ruolo nella lettura diacronica del territorio: la discrepanza tra i nomi arcaici e classici con le attuali denominazioni dei corsi d’acqua. Per cui si discute se Fiumefreddo sia Asines, se Alcantara sia Onobala, se il Mela sia il Nucito o il Facellino o l’Uliveto e quale sia il Longane o il Timeto e, ancora, se l’Oliveri sia l’Elicona, se il Fitàlia possa essere Zappùlla, oppure se il Rosmarino identifichi il Chidas e questo il Furiàno o l’Inganno. Si avverte pertanto la necessita di uno studio che possa dirimere tali controversie toponomastiche e di topografia storica del Valdemone che, si badi bene, si è paradossalmente strutturata, nei principali testi di geografia storica siciliana, tra ‘500 e ‘800, giusto quelli che, invece, avrebbero dovuto dare chiarezza.

Agli idronimi appartengono anche i nomi di sorgenti, fonti, laghetti e stagni e pantani. 

Riconducono a nomi di pianta, i fitonimi, il seguente gruppo di sorgenti:

Argimusco (fonte, Montalbano) dal siciliano arcimusa ‘amarella, artemisia vulgaris’;

Lilicita (sorgente, fiumara Dinarini) da ilicètum ‘bosco di elci’ con agglutinazione dell’articolo siciliano (l’ilicetum > lilicetum);

Acqua Menta (monte Poverello) dall’omonima pianta erbacea ‘mentha aquatica’;

Lastra (fontana, Cesarò) variante aferetica di alastra ‘pianta spinosa, ginestra’, relitto mediterraneo;

Favotorto (sorgente, bosco di Mangalaviti), dal siciliano fago ‘faggio’ pertanto ‘faggio torto, curvo’; 

Acqua Mili (sorgente, bosco di Petrosino) dal latino melus, dal greco antico mìlos;

Acqua Lima (sorgente, portella Zafferana) da lima ‘limone dolce dall’arabo lìm(ah).

Tra i limnonimi si ricorda:

Ganzirri (Messina) dall’arabo hinzìr ‘porco’ meglio riferito al più diffuso hinzarìa ‘luogo di maiali selvatici, di cinghiali’;

Biviere (Cesarò) dal siciliano bbivèri, vivèri, ‘piccolo lago naturale’ dal latino vivarium attraverso il francese vìvier;

Zilio (lago, Mistretta) riconduce al siciliano ziri, dal greco antico xiròs ‘secco, asciutto’;

Urio Quattrocchi (bosco di Mistretta) dal siciliano gora ‘avvallamento del terreno dove ristagna l’acqua’, nel vernacolo mistrettese ‘laghetto’;

Campanito (laghetti, monte Campanito, piano del Re) secondo Corrado Avolio (1899) capanna, pertanto luogo delle capanne;

Trearìe (lago, bosco di Foresta Vecchia, torrente Saracena) è fitonimo per Rohlfs da arìa ‘elce’con accento sdrucciolo, pertanto tre arìe ‘tre elci’.

*C. Micalizzi, Nomi e Territorio. Appunti di Toponomastica in Valdemone a cura di S. Todesco, in «Paleokastro» rivista trimestrale di studi sul territorio del Valdemone, a. V, n. 18/19, maggio 2006, Palermo, pp.17-25

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