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di Letizia Lucca
Tante, troppe le vittime causate dalla pandemia ma troppe sono anche le vittime di altre malattie che in questo anno e mezzo sono state trascurate. E’ il caso ad esempio di quelle cardiovascolari e oncologiche. Si calcola che in questo arco di tempo, ci siano stati 230.000 decessi per le prime e 180.000 per le seconde. Ed è proprio su questo aspetto che si è dibattuto nel corso del webinar organizzato dal Lions Club Messina Ionio, presieduto da Maria Francesca Scilio, grazie al contributo di esperti quali Giovanni Consolo, direttore di cardiologia UTIC ed emodinamica del Papardo, Pietro Spadaro, direttore UO oncologia ed ematologia di Villa Salus e Dino Alagna DG dell’ASP Messina.
Dopo i saluti del presidente del Leo Club, Alessandro Giuffrida e della presidente distrettuale Gloria Caristia, ha introdotto i lavori la presidente Maria Francesca Scilio, la quale ha spiegato i motivi per cui si è deciso di affrontare questo argomento: troppi i decessi causati dalla paura legata al Covid e alla mancanza di organizzazione, soprattutto nella prima ondata. Giacomo Caudo, presidente dell’ordine dei medici di Messina, nel porgere il suo saluto ha ricordato che in questo periodo di pandemia ci sono stati rallentamenti anche nelle visite specialistiche che a causa dell’emergenza sono state rimandate. Un dato che fa molto riflettere è quello fornito dal prof. Consolo secondo cui tra marzo e maggio 2020, cioè durante il primo lockdown italiano, si è registrato un drastico numero di ricoveri per infarto a fronte dell’aumento di 2/3 volte di morti per questa patologia. Purtroppo, spiega Consolo, si è avuto un calo del 20-30% di interventi cardiaci causato non solo dalla paura di contrarre il virus in ospedale ma anche per via del sovraccarico delle strutture sanitarie. Nella seconda ondata, si è poi riusciti a contenere questo trend, grazie ad una migliore organizzazione e ad una maggiore consapevolezza su come fronteggiare il virus. Una soluzione che potrebbe tornare utile anche in futuro è la teleassistenza, ma sebbene possa avere i suoi vantaggi non è certamente risolutiva al 100%. Pietro Spadaro ha poi fatto il punto sulla situazione riguardante le malattie oncologiche. Si è assistito in questo periodo, sostiene Spadaro, ad una riduzione di circa il 50%, dei programmi di screening oncologico e questo comporta un aumento del rischio di non riuscire a curare tutti i malati di tumore. Purtroppo, prosegue Spadaro, questo rallentamento farà balzare i numeri dei tumori in stato avanzato con conseguenze purtroppo infauste. In merito alla situazione attuale riferita alla pandemia, Dino Alagna, ha fatto il punto sugli ospedali afferenti all’ASP, che oggi, dopo una fase iniziale in cui si è stati colti alla sprovvista, hanno dei percorsi Covid free, grazie anche alla disponibilità dei tamponi. A soffrire però in questo periodo, è l’attività chirurgica e le liste di attesa sono in costante aumento. Anche l’ASP, prosegue Alagna, sta avviando percorsi di teleaasistenza. L’incontro che ha visto come moderatore Giuseppe Ruggeri, medico e scrittore, ha visto anche un importante focus sulla comunicazione al tempo del Covid affrontata da Salvatore Rotondo. Per il medico, la comunicazione ha ingenerato nei cittadini tanta paura a causa delle continue notizie tra di loro divergenti, dovute al fatto che di questa malattia si conoscesse poco. E’ stato, e lo è tuttora, difficile per i comunicatori, informare senza spaventare. A trarre le conclusioni è stato il governatore distrettuale Mariella Sciammetta, che ha fatto appello alla politica affinché ponga maggiore attenzione al comparto della Sanità, fin troppo depauperato in questi ultimi anni.