Views: 57
“Chi decide di tatuarsi non ha alcun rischio di reazione avversa tra gli inchiostri che utilizziamo e il vaccino anti covid. Non e’ mai successo e questo me lo confermano anche i miei colleghi con cui sono sempre in contatto. D’altronde io stesso ho realizzato i miei disegni sulle persone che avevano ricevuto almeno la prima dose del vaccino”. Lo tiene a precisare ai microfoni dell’agenzia Dire Marco Manzo, professione tatuatore, maestro del tribale e dell’ornamentale, primo docente in Italia nei corsi professionali in materia di igiene sul lavoro e tecnica di tatuaggio. Famoso in Italia e nel mondo, titolare del ‘Tribal tattoo studio’ di Roma, Manzo ha decorato, tra gli altri, il corpo dell’attrice e regista Asia Argento.
Il tutto, garantendo ai suoi clienti standard elevatissimi di igiene e sicurezza, elementi fondamentali ma divenuti di primaria importanza da quando il coronavirus ha investito anche il mondo dei tatuaggi.
“La sicurezza e’ al primo posto. Una volta entrato nel nostro studio – spiega Manzo -al cliente viene misurata la temperatura e fatto firmare il consenso informato con indosso guanti forniti da noi. Curo molto l’igiene e la sicurezza anche dei materiali che utilizzo, gli stessi presenti nelle sale operatorie, quelli che danno corta vita ai batteri. Sono inoltre presenti sterilizzatori d’aria, filtrata al 96%, e autoclavi di ultima generazione per sterilizzare i ferri, dotate di comandi vocali che parlano e ti avvisano se c’e’ un problema o se e’ finito il ciclo di igienizzazione e di sterilizzazione. Non sono state poche le disdette che abbiamo ricevuto causa covid ma, ripeto, la sicurezza, nostra e del cliente, e’ per noi basilare”.
Lo studio capitolino garantisce dunque il rispetto di tutte le misure anti covid. “Ai miei clienti fornisco sempre la mascherina Ffp2 e la bustina per mettere i propri indumenti, igienizzo le loro scarpe e le mani. Faccio piu’ di quello che richiedono le Linee guida per il covid della regione Lazio”.
Ora il settore puo’ tra l’altro contare sulla legge n. 2 del 3 marzo 2021, che disciplina tutti gli aspetti legati alla pratica di tatuaggi e piercing. “Si tratta di una legge regionale che ci aiuta a lavorare in sicurezza – dichiara Manzo – perche’ sono previste sanzioni economiche elevate per quanti non rispettano le regole ed il penale per quanti lavorano abusivamente”.
Lo studio di tatuaggi deve essere autorizzato, avere gli attestati professionali e la partita Iva. Manzo invita a diffidare degli abusivi e di chi non rispetta le norme.
“Chi decide di farsi un tatuaggio -afferma -si rivolga solo ed esclusivamente ai professionisti del settore, che abbiano fatto I corsi professionali e che lavorano all’interno di luoghi autorizzati. Si tratta di una garanzia che si deve dare al cliente. Se ci si rivolge ai professionisti i rischi sono portati a zero, se invece ci si affida ai non professionisti i rischi possono essere molto alti. Ricordo che l’utente puo’ inoltre chiedere quali materiali vengono utilizzati, l’attestato professionale e le autorizzazioni dello studio”.
Se per il comico e attore francese Pascal Tourain, corpo interamente ricoperto da tatuaggi, ‘il tatuaggio e’ un’opera eterna su un supporto effimero’, per Marco Manzo “il tatuaggio significa conoscere profondamente il mio cliente, che si affida a me raccontandomi la sua storia personale. Noi tatuatori abbiamo la fortuna di vivere le storie delle altre persone per le quali spesso diventiamo veri e propri confessori”.
Tra le storie narrate e ricevute in dono come un tesoro da custodire gelosamente, in questo periodo non sono mancate quelle legate al covid. Quelle che alcuni medici e infermieri hanno deciso di farsi disegnare per sempre sulla propria pelle. “Ho avuto clienti che hanno perso cari, medici che hanno pianto colleghi, persone che mi hanno raccontato momenti tragici e che li hanno segnati per sempre. Per i medici non e’ stato certamente facile. All’inizio della pandemia, dopo la prima chiusura, ho tatuato molte persone che lavorano nel settore medico: l’ago faceva certamente meno paura che assistere malati covid all’interno di un reparto di rianimazione di un ospedale”.
A Marco Manzo viene alla mente in particolare un tatuaggio realizzato per un ragazzo andato a vivere, proprio per il covid, in una casa che apparteneva al nonno. Una casa isolata, all’interno di un bosco. Immerso nella natura, il ragazzo si e’ cosi’ riappropriato delle cose semplici. “Ha voluto incisa sulla pelle la scena del salotto della casa e di questo bosco, una scena di natura. Per lui -ha aggiunto -significava che tutti noi abbiamo davvero bisogno di poco per stare bene. Ricordo poi un medico che ha deciso di tatuarsi la data di un collega morto proprio per il covid”.
C’e’ un tatuaggio che avresti voluto disegnare, a simboleggiare la pandemia? “Sui corpi ovviamente non potevo lavorare – prosegue -nonostante alcune persone, che non posso che definire folli, volessero che andassi a casa loro o venire da me. E allora, avendo a disposizione del tempo, ne ho approfittato per dedicarmi alla scultura: ho realizzato una donna tatuata, non si capisce se sia viva o morta, se stia dormendo o meno, che per me rappresenta l’espressione di quel periodo di chiusura. Ho raffigurato un qualcosa che faceva riaffiorare proprio I sentimenti che provavo, quel contrasto tra la vita e la morte, in cui tutto si puo’ perdere in un attimo”.
Manzo tiene infine e precisare. “Sono una persona fortunata, perche’ oltre ad essere tatuatore sono dunque anche scultore. La scultura mi ha aiutato a eternare il corpo, mentre il mio stile con l’uomo andrebbe a morire perche’ le nostre opere sono, purtroppo, mortali. Portandole sulla scultura diventano invece eterne”.
Stefano Benni, nel suo romanzo distopico ‘Baol’ del 1990, scrive queste parole: “Sto qua e ascolto il pianista. Sono all’ultimo tavolo a sinistra in fondo…Mi riconoscerete subito: ho un tatuaggio a forma di fiocco di neve sulla mano…”.
Non sappiamo quale sara’ il prossimo tatuaggio che realizzera’ Marco Manzo ma siamo certi di riconoscerlo grazie al suo stile inconfondibile. Ci auguriamo pero’ di poterlo presto vedere all’opera senza mascherina indosso, senza l’obbligo di gel e guanti, armato solo di macchinetta, aghi e colori.
fonte «Agenzia DIRE»