La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
Fermare gli atomi per studiare le onde gravitazionali e la dimensione spazio/tempo

Fermare gli atomi per studiare le onde gravitazionali e la dimensione spazio/tempo

Views: 217

A produrre il calore, come ben dovrebbero sapere quelli che utilizzano un forno a microonde, è la vibrazione di un campo elettromagnetico (energia rotazionale) indotta nelle molecole d’acqua che costituiscono il cibo da cucinare.
Le collisioni tra le molecole producono il riscaldamento che genera la cottura. Quindi, maggiore sarà lo stato di agitazione termica delle particelle (a livello atomico e quindi molecolare), maggiore sarà il suo riscaldamento.
La “somma” dei contributi dei singoli moti produrrà come effetto risultante il grado corrispondente della sua temperatura complessiva.
Partendo da questo presupposto e ragionando per antitesi è stato tentato con successo un esperimento che è riuscito a raffreddare gli atomi fino a portarli alla loro immobilizzazione.
E’ stata quindi eseguita una mappatura della struttura vibrazionale indotta sul passaggio di un raggio LASER su uno specchio, e ne è stata identificata la frequenza. Ragionando per analogia (con le opportune differenze) rispetto a quello che avviene nei sistemi acustici che generano rumori con onde di “segno” opposto a quello prodotto dall’ambiente per abbattere l’intensità del rumore, sono stati posti dietro agli specchi degli elettromagneti capaci di riprodurre vibrazioni di forza uguale e contraria a quelle intrinseche riflesse degli specchi a seguito del passaggio del raggio LASER, in modo tale da compensarli e, di fatto, super–raffreddandoli (“raffreddamento a feedback”). Così le temperature ultra-basse prodotte hanno immobilizzato gli atomi.
Questi risultati, ottenuti da una ricerca di base, potrebbero aprire la strada per interpretare i principi delle onde gravitazionali e i loro riflessi sulla dimensione spazio/tempo.
Per saperne di più collegarsi al Link https://www.agi.it/blog-italia/scienza/post/2021-06-24/come-fermare-atomi-13037471/ e poter leggere l’articolo di Emilio Santoro pubblicato su agi-live.