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di Emidio Tribulato
Attorno a noi, ma anche dentro di noi, vive e si agita un mondo complesso e articolato: l’ambiente.
Chiamiamo ambiente interno quel mondo interiore fatto di carne e sangue; di ormoni e geni; di tessuti e apparati. Ma vi è anche un mondo interno fatto di sentimenti ed emozioni; di pensieri e desideri; di speranze e delusioni; di gioie e angosce; di amori e odi; di accoglienza e rifiuto. Questa realtà interna o intrapsichicaè, in fondo per noi più concreta della realtà materiale, poiché la percezione della realtà esterna è notevolmente influenzata proprio da quella intrapsichica; pertanto è quest’ultima che agisce maggiormente su di noi.
Definiamo ambiente esterno il mondo su cui ci muoviamo e interagiamo. Un modo fatto di
persone e animali; piante e fiumi; montagne e altri elementi naturali. Questo mondo esterno è fatto anche di oggetti, come può essere un libro, un televisore, un tablet o un telefonino.
Per quanto riguarda le persone, alcune di queste: come i genitori, i fratelli, i familiari e gli amici, con i quali condividiamo i pensieri più intimi, le gioie più profonde, i dolori più laceranti, sono molto vicine al nostro cuore, pertanto la loro influenza sarà sicuramente maggiore e fondamentale per la nostra vita psichica, il nostro benessere o malessere.
Tuttavia, non bisogna affatto sottovalutare tutti gli altri esseri umani con i quali, in qualche modo, siamo in contatto durante il giorno. Anche questi, con i quali scambiamo solo un semplice saluto o un garbato “buongiorno”, anche questi, sebbene in modo minore, sono importanti nell’illuminare di sprazzi di gioia le nostre giornate o al contrario nel turbare, per un tempo più o meno lungo, il nostro animo.[1]
Molte di queste persone non sono da noi scelte: non sono scelti i genitori e tutti i familiari con i quali si è instaurato un legame di sangue o di appartenenza; non sono scelti gli insegnanti, i compagni di scuola o di sport; così come non sono scelti i colleghi di lavoro o di studio. Solo in alcuni casi abbiamo la possibilità e la fortuna di selezionare noi stessi, con cura, le persone con cui rapportarci. Scegliamo, ad esempio, gli amici più cari, con i quali condividere parte della nostra vita e del nostro tempo libero. Scegliamo gli amori più importanti e profondi, con i quali scambiare duraturi sentimenti teneri e caldi o anche dei progetti importanti.
Per quanto riguarda la frequenza, con alcuni avremo dei rapporti quasi quotidiani, con altri i contatti saranno più sporadici, con altri ancora i rapporti saranno saltuari, se non rari.
Variano anche i sentimenti che proviamo o che scambiamo. Con alcuni esseri umani scambiamo amore, con altri risentimento e odio, con altri desideri e passioni, mentre alcuni, inevitabilmente, saranno per noi, in parte o del tutto indifferenti.
Persone sono anche quelle che ascoltiamo e vediamo sui mezzi di comunicazione: alla radio, sugli schermi della tv, mediante il computer, sulla rete Internet, sui cellulari. Persone sono anche quelle che ci hanno preceduto e che hanno lasciato, con i loro scritti e con le loro parole, i pensieri, le storie, le fantasie, le riflessioni e opinioni dei quali è ghiotta la nostra mente. Persone sono quelle che con le varie arti: musica, pittura, scultura, architettura, riescono a comunicarci, anche dopo secoli e millenni, bellezza, armonia, piacere e gioia, ma anche altre volte malinconia, angoscia e tristezza. Tutti questi esseri umani, anche se non li abbiamo mai conosciuti direttamente o sono morti da migliaia di anni, hanno lo stesso la capacità di commuoverci, divertirci, istruirci e farci apprendere alcune verità fondamentali della vita umana. Quindi anche questi esseri umani hanno il potere di farci crescere, renderci più sereni e forti o, al contrario, nonostante il trascorrere del tempo, hanno ancora il potere di turbarci o di infliggerci del malessere.
L’ambiente esterno non è fatto solo di esseri umani. Gli animali, le piante e anche gli oggetti e l’ambiente fisico nel suo complesso, possono molto contribuire sia al nostro benessere sia al nostro malessere psicologico. Ad esempio, non è indifferente il tipo di casa che ci accoglie, così come non è indifferente vivere accanto a strade asfaltate nelle quali corrono auto rombanti e camion puzzolenti oppure avere la possibilità di abitare in un parco verde e tranquillo o in una casa di campagna odorosa, così da godere della ricchezza, della bellezza, dei profumi e dei colori della natura.
La nostra personalità, pur partendo da un progetto genetico, si sviluppa, si arricchisce e si modella continuamente mediante gli lo sviluppo della nostra vita interiore ma, soprattutto, in seguito alle relazioni che instauriamo con il mondo esterno a noi.
L’uomo si è sempre posto il problema di come questi due ambienti: interno ed esterno, dialoghino tra loro e di quanto l’uno influenzi l’altro.
Dei due ambienti: quello interno e quello esterno, sappiamo che l’uno condiziona l’altro, l’uno è legato all’altro, l’uno è capace di essere modificato in senso positivo o negativo dall’altro.
Gli scambi tra ambiente esterno e interno sono costanti e sono presenti in tutti gli esseri viventi. Ed è per questo motivo che le teorie su “come”, “cosa”, “perché” e “quanto”, sia scambiato tra gli esseri umani e l’ambiente che li circonda, sono tante e non sempre coerenti tra loro.
Il contatto con la realtà esterna non è uguale in tutte le persone, così come non è uguale in tutti i momenti della vita. Esso è massimo durante la veglia e minino durante il sonno, durante il quale il nostro cervello esclude, quasi totalmente, la realtà esterna. Ma anche durante il giorno, il contatto con la realtà esterna diminuisce molto: quando siamo distratti dalla stanchezza, dallo stress o quando le preoccupazioni e le frustrazioni ci costringono a chiuderci in noi stessi. Ciò è maggiormente evidente quando prevalgono nel mondo interiore istanze e problematiche difficili, tristi e angosciose o quando siamo travolti da conflitti ed emozioni intense, difficili da gestire e affrontare, come la paura, l’ansia, la gelosia e l’ira.
In definitiva, sofferenza o gioia possono nascere dalla nostra costituzione genetica (patrimonio di base di natura genetica) (De Ajuriaguerra)[2], dai disordini biochimici e ormonali o dalle malattie che ci possono colpire in qualunque momento della nostra vita. Allo stesso modo però, sofferenza e gioia possono nascere dal rapporto positivo o negativo, facile o difficile, normale o disturbato, caldo o freddo, intenso o raro, che abbiamo avuto e che abbiamo ogni giorno con l’ambiente esterno a noi, con il quale ci relazioniamo.
Pertanto, tutto e tutti possono provocare delusioni cocenti, conflitti laceranti, angosce opprimenti; come, per fortuna, tutto e tutti possono essere apportatori di serenità e gioia, piacere e benessere, calore e apertura. In definitiva ogni persona umana porta con sé in ogni momento della sua vita elementi genetici, biologici, psicologici e sociali che sono intimamente legati e fusi gli uni agli altri, così che è estremamente difficile, se non impossibile, separarli.
Per quanto riguarda gli esseri umani, siamo ancora molto lontani dal dare una risposta definitiva alla problematica di quanto e come agisca l’ambiente esterno sul nostro sviluppo, in quanto nell’uomo le influenze reciproche sono molto ricche e complesse; ma, come dice Bowlby[3]:
“Sappiamo che oggi il compito centrale della psichiatria dello sviluppo è proprio quello di studiare l’interazione senza fine tra mondo interno e mondo esterno e il modo in cui uno influenza costantemente l’altro, non solo durante l’infanzia, ma anche durante l’adolescenza e la vita adulta. Appare ormai evidente che gli avvenimenti accaduti all’interno della famiglia, durante l’infanzia e l’adolescenza giocano un ruolo importante nel determinare se una persona crescerà mentalmente sana o no”.
[1] Tribulato E. (2015), Il bambino e l’ambiente, Messina, Centro studi Logos ODV.
[2] Ajuriaguerra, J. De, (1993), Manuale di psichiatria del bambino, Milano, Masson, 1993.
[3] Bowlby, J. (1988) Costruzione e rottura dei legami affettivi, Milano, Raffaello Cortina Editore,