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La nostra formazione consumistica e globalizzata ci porta a considerare come “morti” i tempi della nostra esistenza nei quali non abbiamo la mente impegnata e che ci fanno sentire automaticamente in colpa con noi stessi e che finiamo con l’associarli alla noia.
Ecco che si finisce inevitabilmente a tirare fuori il cellulare e ci immergiamo nel ciberspazio delle notizie dove, per legge naturale, la sovrabbondanza determina uno scadimento della qualità. Tutto questo ci impedisce di goderci i momenti di “vuoto” e di sfruttarne il potenziale nascosto.
Vincenzo Ligresti ha pubblicato una intervista a Pietro Minto pubblicata su vice.com e rintracciabile al link
https://www.vice.com/it/article/xgxy8w/noia-tempo-libero-pietro-minto dove si riscontra un “atlante delle distrazioni contemporanee, una guida per riprendere il controllo del proprio tempo libero, nonostante i social” in un mondo sempre più in crisi, sempre più fast e sempre meno smart.