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Il problema della realtà è stato affrontato molte volte in letteratura e filosofia. Nel 1960, il filosofo tedesco Hans-Georg Gadamer, nel suo saggio Verità e metodo, affrontava il problema della sua esegesi, formulandone il concetto attraverso l’esistenza del «pre-giudizio» e della «pre-comprensione», intesi come percorso attraverso i meccanismi cerebrali per trovare una appropriata interpretazione della vita umana.
Il percorso dell’interpretazione della realtà si realizza attraverso un processo di analisi empirica definito «circolo ermeneutico» attraverso il quale ogni essere umano, percorre delle scorciatoie euristiche interpretando la realtà attraverso i propri pre-giudizi e le proprie pre-comprensioni formulando così un giudizio che «di per sé, viene pronunciato prima di un esame completo e definitivo di tutti gli elementi obiettivamente rilevanti».
Questo nuovo modo di pensare alla nostra vita e alla nostra collocazione nel mondo presuppone, però, un doveroso bagno di umiltà da parte nostra, poiché la sicumera della forza, dell’onnipotenza e del potere non fa altro che fare emergere le imperfezioni dell’essere umano.
Tutto questo si ripercuote sulla sua capacità di comprensione della realtà che produce inevitabilmente una relativizzazione che ne determina una frequente fallace interpretazione della realtà.
Un interessantissimo articolo su questo è stato pubblicato da Filippo Casanova su “ La Rivista Culturale” ed è rintracciabile al link
https://larivistaculturale.com/2021/06/11/medea-e-la-ri-appropriazione-della-realta-mito-donna-tradita-vendetta-attualita/