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Lo screening del cancro alla prostata per ottenere una diagnosi precoce e quindi ridurre il numero di complicanze e decessi da cancro della prostata è controindicato poiché le metodologie di laboratorio (PSA) e di imaging (Ecografia) attuali producono un numero eccessivo di biopsie non necessarie. Un nuovo studio condotto da ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia, pubblicato dalla rivista The New England Journal of Medicine, indica che lo screening mediante risonanza magnetica (MRI) e le conseguenti biopsie ecoguidate mirate (metodica FUSION) potrebbe potenzialmente dimezzare le sovradiagnosi. I risultati sono presentati in occasione del Congresso dell’Associazione Europea di Urologia.
È quindi sempre più avvertita la necessità di metodi di screening raffinati più sensibili e soprattutto specifici per ridurre le diagnosi di cancri indolenti e individuare invece le patologie ad alto rischio di progressione e metastatizzazione.