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Donne protagoniste della ripresa post-Covid: il tema della parità di genere – attraverso l’incremento dell’occupazione femminile, l’eliminazione del divario retributivo e il potenziamento dell’assistenza sanitaria di prossimità per le donne e le loro famiglie – è al centro delle più importanti agende politico-istituzionali, dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite fino alle “priorità trasversali” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) messo a punto dal Governo italiano.
Cruciale in tutti gli scenari il tema della salute femminile, anche per le sue ricadute come volano per la crescita dell’economia: secondo una ricerca condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, un’adeguata gestione della salute delle donne potrebbe contribuire con 12 trilioni di dollari al PIL globale nel 2040. Ogni dollaro speso in interventi per la salute riproduttiva, materna, neonatale e infantile, può generare 20 dollari in benefici economici.
In prima linea a raccogliere questa sfida come partner di Istituzioni e autorità regolatorie c’è Organon, prima azienda a livello globale che mette al centro della propria missione la salute femminile in ogni fase della vita: contraccezione, fertilità, menopausa.
A seguito del lancio ufficiale avvenuto lo scorso giugno e con la quotazione alla Borsa di New York, oggi Organon Italia si è confrontata a Roma con tutti i principali stakeholder – Istituzioni, Società scientifiche, Associazioni di pazienti e media – nel corso di un evento scientifico-istituzionale dedicato alle grandi sfide socio-sanitarie dei prossimi anni: parità di genere e salute femminile, sostenibilità, cronicità.
«La nostra aspirazione è quella di essere, qui e ora, per la Salute di ogni Donna, in ogni fase della sua vita, della sua famiglia e della comunità cui appartiene – afferma Alper Alptekin, Presidente e Amministratore Delegato di Organon Italia – le priorità cardine delle agende politico-istituzionali sono le nostre stesse priorità: siamo pronti a lavorare insieme alle Istituzioni in un modello virtuoso di partnership pubblico-privata, offrendo soluzioni terapeutiche e servizi innovativi per l’empowerment femminile in materia di salute riproduttiva, ascoltando al tempo stesso e cercando di rispondere ai più pressanti bisogni di salute che ancora oggi interessano tante donne in Italia e nel mondo».
La necessità di accelerare gli interventi per la tutela della salute delle donne nasce anche dai danni lasciati sul terreno dalla pandemia e dai ritardi accumulati in conseguenza del Covid-19.
Oltre all’impatto diretto sull’occupazione femminile (secondo i dati ISTAT, in Italia su 101.000 occupati in meno, 99.000 sono donne), la ridotta capacità operativa delle strutture deputate (Consultori, Unità ginecologiche pubbliche) ha determinato una drastica contrazione dei servizi di tutela e cura della salute della donna: -54% di esami ginecologici, -34% nuovi trattamenti, circa 130.000 cicli contraccettivi in meno e un incremento medio di 45 giorni di attesa per una visita ginecologica.