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Un nuovo paradigma per contrastare efficacemente l’AMR e migliorare la preparedness alle future pandemie
Ci sono voluti migliaia di anni (dalla comparsa dell’uomo fino al 1800) affinché la popolazione mondiale raggiungesse il miliardo di individui, ma ci sono voluti solo un paio di secoli per raggiungere i 7,8 miliardi di oggi. Secondo stime recenti, la popolazione mondiale raggiungerà circa 10 miliardi di persone nel 2050 grazie soprattutto agli importanti progressi della medicina e al miglioramento della qualità di vita degli individui, che hanno permesso da un lato di ridurre la mortalità prematura ed infantile, e dall’altro di aumentare l’aspettativa di vita alla nascita (che ha raggiunto i 72,7 anni a livello globale, +38% rispetto al 1960).
Purtroppo questo sviluppo ha pagato a livello ambientale un prezzo elevatissimo: circa il 17% della foresta pluviale amazzonica è stata distrutta negli ultimi 50 anni, la temperatura media globale attuale è di oltre +0,85ºC rispetto alla media della fine del 19° secolo, tra 200 e 2.000 sono le estinzioni che si verificano ogni anno a causa della perdita di habitat e dell’alternazione della composizione dell’atmosfera e degli equilibri climatici e chimici degli oceani, circa il 40% della popolazione soffre di scarsità d’acqua, mentre più di 9 persone su 10 vivono in contesti che superano i limiti di inquinamento atmosferico stabiliti dell’OMS.
“La salute planetaria evidenzia le interazioni tra salute umana e del pianeta, l’attività umana dell’era in cui viviamo è caratterizzata dall’impatto drammatico dell’uomo sul pianeta Terra, e allo stesso tempo i cambiamenti in atto nell’ecosistema ambientale e nel clima stanno avendo ripercussioni sulla salute degli esseri viventi. Occorre quindi un nuovo paradigma che consideri le interrelazioni tra ecosistema umano, animale e ambientale nel definire le nuove strategie di sanità pubblica”, ha dichiarato Daniela Bianco, Partner e Responsabile della Divisione Healthcare di The European House – Ambrosetti, nel suo intervento introduttivo al Forum.
Anche la pandemia da SARS-CoV-2, come altre epidemie che si sono sviluppate negli ultimi decenni, è legata alle alterazioni ambientali e climatiche, derivanti dall’impatto che l’uomo ha sulla natura. In questo contesto, è fondamentale agire tempestivamente adottando un approccio alla salute planetario, ossia un modello olistico basato sull’integrazione di discipline diverse e sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono interdipendenti.
“Il COVID-19 richiede cambiamenti importanti a partire da una nuova stagione di investimenti sul nostro SSN: La strategia One Health e la lotta all’AMR, al centro anche della discussione dei Ministri della Salute all’interno del G20, rappresenta una traiettoria di sviluppo importante. Occorre costruire le necessarie strategie tra settore pubblico e privato, come la pandemia ci ha insegnato. Rovesciare la crisi in opportunità di rilancio attraverso un patto globale con la salute al centro delle politiche”, ha affermato il Ministro della Salute Roberto Speranza.