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La Radioterapia sempre più protagonista nel trattamento dei tumori: dalla sua nascita, più di un secolo fa, ad oggi questa disciplina è stata rivoluzionata. L’escalation prosegue rapidissima da almeno un ventennio e adesso arriva a un vero e proprio cambio di paradigma nell’approccio al paziente e al tumore.
Una Radioterapia che integra la genomica e l’intelligenza artificiale senza mai rinunciare alla clinica per ‘ritagliare’ sul singolo paziente e sulla sua neoplasia il miglior trattamento radioterapico possibile che attraverso l’analisi del profilo genetico, della radiomica e l’elaborazione di dati clinici con software e algoritmi sofisticatissimi, sta portando ad un innovativo approccio nella cura dei tumori. È questo lo scenario sul quale si discuterà fino a domenica 17 ottobre al XXXI Congresso Nazionale AIRO – Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia clinica ospitato, in presenza contingentata ma con oltre 600 presenze attese, presso il Palazzo dei Congressi.
«La Radioterapia è cambiata totalmente – dichiara Vittorio Donato, Capo Dipartimento di Oncologia e medicine Specialistiche, Direttore Divisione di Radioterapia, AO San Camillo Forlanini di Roma e Presidente AIRO – sia come caratteristiche della disciplina sia come suo inserimento nell’ambito oncologico per la cura dei tumori. Prima era considerata alla stregua di una cura palliativa ed era guardata solo come complicanza; oggi è uno dei tre pilastri delle cure oncologiche e onco-ematologiche e si è aggiornata insieme alle terapie farmacologiche. Oggi è tutt’altra realtà, così come è cambiata radicalmente anche la Società scientifica che ho il privilegio di presiedere. I temi principali per questa edizione del Congresso nazionale sono genomica, radiomica e intelligenza artificiale, fattori di cui dovremo tener conto per impostare correttamente il trattamento radioterapico. In parte sono novità già attive in alcuni Centri che in questo momento stanno scrivendo la storia futura della medicina e della radioterapia in particolare. L’evento congressuale, in presenza dopo la lunga pausa emergenziale, sarà come sempre un momento di confronto aperto tra radioterapisti italiani su quanto siamo pronti a recepire le innovazioni tecnologiche in questa disciplina e un modo per rafforzare il ruolo del radioterapista all’interno del gruppo multidisciplinare nella presa in carico del paziente».