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I Fondi ESG (Environmental Social Governance) repprentano una ormai consolidata entità finanziari che hanno dimostrato avere la possibilità di raggiungere invidiabili livelli di rendimento sia se confrontati con le obbligazioni che con le azioni.
L’aspirazione ecologista dei questi fondi dovrebbe collegarli ad iniziative economiche che rispettano l’ambiente come la neutralità carbonica finalizzata alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Secondo una ricerca pubblicata (https://influencemap.org/report/Climate-Funds-Are-They-Paris-Aligned-3eb83347267949847084306dae01c7b0) dal think tank britannico InfluenceMaptutto questo rappresenta una facciata che, a scavare non poi tanto, ricopre l’amara verità che oltre il 70% di questi Fondi di Investimento (https://www.corriere.it/economia/21_agosto_27/bugie-fondi-green-hanno-azioni-grandi-societa-inquinanti-9f1593de-06fd-11ec-86ee-97d3784fba6d.shtml), diversamente da quanto millantato, non è allineato agli obiettivi degli accordi sul clima di parigi, ma continuano a detenere significative quote di azioni in società della catena del valore della produzione di combustibili fossili, come TotalEnergies, Halliburton, Chevron, e ExxonMobil e o di compagnie petrolifere (https://amazonwatch.org/news/2020/1027-complicity-in-destruction-iii) operanti nella foresta amazzonica (https://thevision.com/habitat/foreste-anidride-carbonica/) contribuendo a determinarne la deforestazione e la violazione dei diritti umani nei confonti delle popolazioni autoctone (https://thevision.com/attualita/bolsonaro-indios-amazzonia/).
Questo e molto altro troverai nell’articolo di SILVIA GRANZIERO su thevision.com al link https://thevision.com/habitat/bugie-fondi-green/