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di Massimiliano Cavaleri
Stamane l’iniziativa congiunta dell’Ordine insieme con il Comitato Pari Opportunità nell’atrio del Tribunale con l’esibizione dell’attrice Giovanna Battaglia
Un centinaio tra avvocati, magistrati e operatori messinesi del comparto giustizia stamane hanno indossato nell’atrio del Tribunale il “fiocchetto rosso” per dire no alla violenza contro le donne: “Ogni giorno è 25 novembre” l’iniziativa congiunta dell’Ordine degli avvocati di Messina e del Comitato Pari Opportunità ha trasformato per pochi minuti l’ingresso del Palazzo di Giustizia in un toccante palcoscenico con l’esibizione dell’attrice Giovanna Battaglia, interprete di una “vittima”. Per la Giornata internazionale, l’occasione è stata utile per fare il punto sull’impegno contro il fenomeno dei femminicidi e degli altri reati contro la donna: “Una manifestazione non solo simbolica – ha spiegato la presidente del CPO dell’Ordine Concetta Miasi – con l’obiettivo di incentivare tutti coloro che lavorano nel settore giustizia a salvaguardare le vittime di violenza in modo ancora più incisivo ed efficace. Molto si è fatto in questi anni, ma alla luce dei numeri, sempre più preoccupanti, ci attende ancora tanto lavoro su vari fronti”. L’impegno è innanzitutto sulla formazione delle prossime generazioni: “La violenza di genere è un fatto prima di tutto culturale – ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli avvocati Domenico Santoro – la strada principale è investire nella formazione. Noi avvocati possiamo dare il nostro contributo alla causa in tale direzione, formando, aggiornando, organizzando corsi anche dedicati a nuovi strumenti giuridici come il diritto collaborativo o le negoziazioni”. All’evento hanno preso parte tutti i componenti del CPO: la segretaria Carmela Spadaro, che ha presentato la manifestazione, Maria Isabella Celeste, Maria Pagano, Giuseppe Magrofuoco e Rita Carbonaro. Il presidente della Corte d’Appello Michele Galluccio ha ricordato i punti chiave per contrastare la violenza: “Bisogna attuare un potenziamento sul momento preventivo e soprattutto su quello repressivo che ancora non sono ancora sufficienti: far crescere contestualmente una sensibilità in tal senso”. Il procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello Vincenzo Barbaro ha fornito numeri significativi su procedimenti e ordinanze in tema di reati contro la donna: “La risposta della giustizia c’è e c’è stata ma non è ancora soddisfacente. Possiamo e dobbiamo fare di più”. Focus anche sui problemi dei minori: “Quello che mi sorprende ultimamente – ha evidenziato la presidente del Tribunale dei minori Maria Francesca Pricoco – è la sempre crescente compromissione dell’area dei sentimenti e dell’affettività all’interno delle famiglie. Ci sono situazioni di figli minorenni, anche infra14enni, che aggrediscono i genitori, anche attraverso l’uso di armi. Sembra che riescano a comunicare solo con la violenza, dunque il nostro impegno deve essere in primis sui minori”. La presidente del Tribunale di Messina Marina Moleti ha chiuso il suo intervento con una battuta particolarmente significativa: “Vaccinati dal rispetto, immuni alla violenza”. La presidente del Tribunale di Sorveglianza Francesca Arrigo ha sollecitato una facilitazione dei percorsi di riabilitazione delle donne e la partecipazione ai momenti di incontro in centri specializzati; mentre la presidente del Tribunale della Famiglia Caterina Mangano ha parlato dei problemi emersi durante la pandemia illustrando una serie di iniziative e strumenti utili alla lotta della violenza di genere e in generale contro le forme di violenza e delle cosiddette buone prassi in ambito familiare. Infine il saluto dell’assessore comunale alle Pari opportunità e politiche sociali Alessandra Calafiore: “Programmazione e giovani sono le parole chiave che devono guidare la nostra azione quotidiana per affrontate le problematiche sociali come il fenomeno della violenza”.
Nelle foto: l’esibizione di Giovanna Battaglia e attorno i partecipanti all’evento col fiocchetto rosso. Componenti del CPO con il presidente dell’Ordine Santoro e i rappresentanti della magistratura.
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