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di Filippo Cavallaro
Ho avuto modo di ricordare, chiacchierando con gli amici, quella volta in cui venni invitato alla festa dei 18 anni di Francesca … un gala con ballo. Con loro conversando, si parlò anche di letteratura ed arte contemporanea, e di quanto sia interessante la produzione che viene dall’estremo oriente.
Un libro a cui lo scorso anno, in uno dei pochi giorni in cui fu possibile vagare in libreria, diedi uno sguardo, parla proprio dei diciottenni a Pechino e delle pulsioni che a quell’età in qualunque parte del pianeta fanno fremere i ragazzi.
È Feng Tang che in “Una ragazza per i miei 18 anni”, edito dalla Libreria Editrice Orientalia (2020), ha descritto la Cina attuale lanciata in una crescita vertiginosa, parlando proprio dei diciottenni a Pechino e delle pulsioni che a quell’età in qualunque parte del pianeta fanno fremere i ragazzi. Nella capitale dall’antico Ruscello dalle Acque d’Oro, oggi tutto corre e gli adolescenti sentono ancora più amplificato il naturale cambiamento che stanno vivendo, come tappa fondamentale per lo sviluppo sessuale.
Nel ricordare la scena del ballo, ho ricordato Francesca, allora liceale, che trovai ricoverata per una brutta infezione in ospedale.
Venni indirizzato a lei da una pediatra che rimuginava un dubbio forte, e per questo mi chiese supporto. Francesca si muoveva molto male era nata con un problema di spina bifida, subito operata. Effettivamente già nell’osservazione la cicatrice alla schiena era importante, ma la cosa che più era evidente nella valutazione funzionale che feci, era la incapacità a raddrizzarsi sulle gambe, che restavano parzialmente flesse ed addotte, senza accavallarsi, e le procuravano grande instabilità. Per questo camminava solo appoggiandosi, con una autonomia legata a spostamenti a costiera o con qualcuno che le porgesse il braccio.
Il dubbio era che la ragazza fosse stata trascurata dal punto di vista riabilitativo, se non anche dal punto di vista medico, e se fosse eventualmente necessario attenzionare il caso ai servizi sociali.
Il giorno successivo, durante la valutazione delle libertà articolari e della forza, scoprii, intervistandola, una giovane coraggiosa, con tanti amici e compagni di scuola che la coinvolgevano in ogni occasione. Una persona che sin dalla nascita era stata accompagnata dai genitori ai vari centri di riabilitazione e che non aveva mancato nessuna occasione di terapia, monitoraggio e controllo.
Superati gli scogli burocratici di consensi, privacy e presa in carico, approfondendo valutazioni e proponendo test, cominciai a proporle in pediatria degli esercizi per migliorare il controllo delle funzioni motorie. Semplici esercizi di coordinazione, di propriocezione, di equilibrio, di mira.
Scopro che per lei si trattava di esercizi nuovi, strano per una paziente con circa 16 anni di esperienza riabilitativa.
Al momento delle dimissioni ha già deciso, in sintonia con i genitori, che vorrà continuare il percorso terapeutico cominciato in ospedale.
Nei mesi successivi in ambulatorio, vengono proposti esercizi di tipo conoscitivo, secondo quanto ci ha insegnato il professor Carlo Perfetti. Giorno per giorno migliorano le performance motorie, impara ad estendere le gambe ed acquista più sicurezza nell’equilibrio. Gli esercizi proposti richiedono che con un arto riconosca dei percorsi guidati dal terapista in modalità passiva, mentre l’altro in autonomia deve gestire il carico ponderale su una pedana instabile. Si tratta di proposte che non si limitano alla ricerca di compensi, che vanno oltre le facilitazioni, sono presentazioni di problemi, perturbazioni che possono essere affrontate dalla persona. L’adduzione resta più difficile da governare per cui si propone la tossina botulinica in modo da poter rigovernare il muscolo paralizzato. La ragazza così impara a conoscere la patologia che l’ha danneggiata senza rinunciare a ricercare strategie e stili di vita appropriati alla condizione di salute.
Il libro di Feng Tang è una novità in occidente ma l’autore è famoso nel suo paese, anche per il rispetto della tradizione, egli fedelmente cura la calligrafia, scrivendo anche poesie con i classici pittogrammi, valorizzando in questo modo sia il ruolo professionale che artistico.
La tradizione vien rispettata anche da Francesca, per cui più abile nei movimenti, ai festeggiamenti di diciotto anni desidera una grande festa … una festa con il ballo. Mi trovo ad omaggiarle una rosa. Ho la premura di poter aver l’onore di ballare con lei subito dopo il ballo con il papà.
In quell’occasione rimproverai Francesca, non per l’abito, la pettinatura, il trucco … era bellissima con l’abito lungo ed i tacchi. Era però evidente il suo scarso equilibrio sulle scarpette eleganti, instabilità che divenne un crollo camminando sul prato, quando Francesca si trovò con i tacchi conficcati del tutto nel terreno. Tutti però conoscevamo la sua lunga storia di riabilitazione e la forza che la contraddistingue, in quel momento anche i suoi tentennamenti nel cammino erano un successo inaspettato dopo così tanti anni.