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“Ecco un’altra avventura di Carlino Mezzolitro, il personaggio inventato da Francesco Certo, protagonista delle sue “favolette morali”.
-Il solito vecchiaccio, che Iddio lo abbia in gloria!
Ma si può chiamare alle sei del mattino?…-
Questo e altri improperi uscirono dalla bocca dell’assonnato Carlino Mezzolitro
che, ne era sicuro, doveva prepararsi a una nuova avventura!
Il Saggio, lo aspettava con ansianetà (come diceva Totò), più nervoso del solito.
In piedi, con tono militaresco.
-Carlino è l’ora di intervenire! I cittadini di Paura non possono più aspettare!
Un mio amico, anziano e malato, mi ha detto che là le persone hanno paura,
una paura incontrollata, va, mio prode! –
Carlino armato di fiaschetto e vino rosso, partì.
La citta Paura era lontana, stava in una valle chiusa tra le montagne, il mare lontano.
Giunto, la prima cosa che notò fu che le persone tenevano gli occhi bassi, chiese
informazioni, nessuno gli rispose.
Giunto a un crocevia, vide un mendicante, andò per mettere due monete nel cappello.
-Sono io, l’amico del Saggio, non guardarmi, è pericoloso, ci sono telecamere dappertutto,
seguimi a distanza…
Carlino facendo finta di tenere gli occhi bassi, le vide, piccole e a distanza di pochi metri,
andò dietro all’anziano e si trovò in uno scantinato buio e pieno di fuliggine.
-Piacere, il mio nome è Speranzo, non ci crederai ragazzo, ma ho 328 anni, e me li sento
tutti, tutti…ma il mio dolore è questa gente, non si possono guardare, non possono guardare
il cielo. Le case sono senza terrazze, le finestre sono messe in basso, le chiese sono state
trasformate in sale riunioni per sapere delle delibere del Gran Consiglio, il Gran Consiglio.
Non si sa chi siano, se esistono, ma comandano loro, decidono cosa comprare e di quale
marca, i film da vedere, e poi, hanno proibito i libri, il loro esistere, da anni non se pubblicano
più, vietato, a scuola i bambini vanno avanti a video.
115 anni fa, me lo ricordo come adesso, un uomo reo di aver pubblicato un libro di poesie,
scomparve, lui e la sua famiglia.
Vieni, guarda che ti faccio vedere, ma, acqua in bocca…-
Una decina di libri, dentro una botola, carichi di muffa e polvere.
Pinocchio, Il canto di Natale, Guerra e Pace, la Divina Commedia…
Cosa fare? Inutile bere, andare per strada, nessuno lo avrebbe visto e, quindi,
come sempre,quando in difficoltà, chiamò la Fata Turchina e stavolta non poté
non ricordarsi il nome dell’amico nasuto che gliela aveva presentata.
Arrivò in un lampo, capì subito la situazione, portò Carlino Mezzolitro, Speranzo e
i libri su una collina che dominava Paura.
-Guardate, che combino! -E la bacchetta magica ruotò!
I libri, librarono (è il caso di dirlo) in volo e si molitiplicarono, cento, mille e più.
Le pagine sbattevano, un rumore impressionante.
Iniziò la discesa, i cittadini li presero e li portarono a casa.
Tutta Paura lesse tutta la notte. La mattina, tutti alzarono gli occhi al cielo.
Il sole, l’azzurro, le nuvole nessuno volle perdersi lo spettacolo…
Le telecamere scomparvero come d’incanto, si disse che il Gran Consiglio
aveva abbandonato Paura, gli uomini si presero di coraggio.
La Fata Turchina tornò felice nel mondo delle Fiabe.
Speranzo-Grazie Carlino, Paura non ha più paura…ora posso morire tranquillo…
Si abbracciarono, il nostro eroe prese la strada di casa, ma prima volle passare dal
Saggio.
-So tutto, Carlino, tutto, ma stiamo attenti.
Il Gran Consiglio sta organizzando un nuovo attacco a Paura, con nuovi video,
nuove tecnologie…
Abbiamo vinto la battaglia, ma…-
Carlino Mezzolitro fece finta di sentirlo, contento com’era. Appena entrato
nella sua stanza, andò alla libreria e si lesse d’un fiato il capolavoro di Collodi.
Alla faccia del Gran Consiglio e del vecchiaccio pettegolo e pure ”cucca”.
Francesco Certo