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di Filippo Cavallaro
Che grande sorpresa, destò in me molto interesse, fu una vera fortuna quello che più di cinque anni fa mi capitò di leggere nel “Farmacopea” di Giovan Battista Cortesi, stampato a Messina da Brea nel 1629. Ero alla ricerca di notizie sulla fisioterapia nel 1500 in caso di traumi agli arti, sollecitato dagli amici dell’organizzazione della rievocazione 1571 per Lepanto a Messina. Mi era stato chiesto di recuperare la storia del ricovero e della riabilitazione del giovane Miguel Cervantes, che come archibugiere partecipò alla Battaglia di Lepanto imbarcato sulla Marquesa. Nel momento in cui mi venne fatta la richiesta, sin da subito, tutto ebbe il sapore di una scommessa, una sfida che spesso, anche oggi, rende irrecuperabile una storia clinica per la perdita di cartelle, esami o documentazioni. Da Lepanto il giovane ferito, secondo la biografia, tornava con un trauma toracico, una lesione all’avambraccio sinistro, che aveva danneggiato nervi e muscoli, e la febbre, cominciata già prima della battaglia. Pensai che nella grande produzione letteraria di Cervantes avrei potuto trovare riferimenti sanitari, soprattutto nel Don Chisciotte, visto che spesso il protagonista ed, a volte, anche il fido scudiero si imbrigliano in eventi che li lasciano malconci e traumatizzati. La lettura di quel volume del XVII secolo, consigliatomi dagli esperti della Biblioteca Regionale “Giacomo Longo”, mi permise di trovarvi oltre alle terapie indicate per patologia, anche dei casi clinici. Per le varie tipologie di febbre, dal punto di vista delle terapie fisiche, vengono lì proposti differenti tipi di balneoterapia, a seconda del segmento corporeo da trattare, utilizzando differenti tipi di bagni, anche nel latte di vacca, capra o asina, e tenendo la temperatura del liquido a differenti gradazioni. Per le problematiche all’arto superiore un caso clinico calzava alla tipologia di danno occorso al futuro letterato, anche se di arto inferiore. È quello del “perillustris Don Thomas Merulla filius Don Francisci” del quale veniva descritto il trattamento terapeutico che prevedeva la costruzione di un “instrumento ligneo”, quello che oggi chiamiamo ortesi, trattamenti balneari in acqua ed olio di lino, massaggi per unzioni e frizioni, idroterapia con getti d’acqua procurati dai “balneatores”.La medicina del Rinascimento era un’attenzione alla persona ammalata, utilizzando anche prodotti e tecnologie che venivano acquistati da mercanti stranieri o provenienti da paesi lontani, ma molta dell’assistenza, che anche se non terapia è prendersi cura, era garantita grazie alle competenze degli artigiani locali, delle produzioni del territorio. Sapientemente utilizzando anche solo i 4 elementi base di terra, acqua, aria e fuoco.
La conferenza del 5 agosto 2016 al Monte di Pietà, a cui mirava quella ricerca, sorprese ed interessò i pochi esperti sui fatti di Lepanto, più competenti di storia della navigazione che di storia della medicina, e diede il via per ulteriori approfondimenti sui personaggi, sulla formazione dei professionisti, sull’organizzazione sanitaria. Tutti aspetti che porteranno alla pubblicazione di un volume illustrato sulla Messina del 1571 che seppe ben accogliere le migliaia di feriti che tornavano dopo la vittoria contro la flotta del Sultano.Oggi, accanto al letto degli ammalati è strano proporre attività che spesso sono tipiche delle Spa, eppure se guardiamo gli affreschi del Pellegrinaio di Siena all’ex Spedale di Santa Maria della Scala vediamo definite questo tipo di attenzioni. Dedicandosi alla osservazione, alla pulizia, alla vicinanza, all’ascolto della persona malata, che, con i pochi strumenti possibili all’epoca, tra terapia manuale ed agenti fisici riceveva cura.Spesso mi trovo, così, a chiedere agli amici in sanità quando la medicina fisica sia diventata solo un placebo, un palliativo?Un altro interrogativo che mi pongo è se controllando la documentazione clinica, oggi attenta più a sigle di DRG o agli acronimi derivati dai protocolli delle Linee Guida (LG) o dei Piani Sanitari (PS), dello specifico Piano Terapeutico Riabilitativo Personalizzato (PTRP) o delle indicazioni del Progetto Terapeutico Individualizzato (PTI), troveremmo cosa è stato fatto per un ammalato, come è stato declinato ogni singolo specifico atto terapeutico. Oppure troveremo solo sequenze di lettere e minutaggio, parole e tempo senzacontenuto, … senza senso.