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“Ci dà conforto e ci sprona ad essere ancora più disponibili nei confronti di chi soffre”
Una lettera per dire grazie ai Curanti: ai medici, agli infermieri, a tutti gli operatori sanitari. Ma anche ai “curanti della porta accanto”, “nascosti e silenziosi portatori di bene”.
A scriverla e a dedicarla a tutti coloro che alleviano le sofferenze e riportano la speranza è la Conferenza episcopale italiana. Lo fa in occasione della XXX Giornata Mondiale del Malato”, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1992. “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità” è il tema di quest’anno, che mette al centro la persona malata e le persone curanti.
“La gratitudine e la riconoscenza, il rispetto e la stima sono solo alcuni dei sentimenti che vogliamo esprimere a voi Curanti che da sempre, e negli ultimi tempi in modo decisamente più intenso, vi prendete cura dei malati e dei sofferenti – è l’incipit della lettera -. Ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni, e continuiamo a vivere, vi vede impegnati fino all’estremo delle vostre risorse. Lo stress accumulato, il peso e la fatica, il disorientamento e la sensazione di impotenza di fronte ad una situazione globale, solo immaginata, hanno messo a dura prova la vostra dimensione professionale e personale”.
I Vescovi italiani inquadrano quindi il contesto, puntando il dito verso un modello fatto di disuguaglianze, che genera una nuova categoria, quella degli “irraggiunti”: coloro che, pur avendone diritto, non riescono o non vengono messi in condizione di accedere al Servizio sanitario nazionale.
Esprimono la gratitudine, per la disponibilità e abnegazione con cui i medici, i professionisti della salute vivono, in scienza e coscienza, la loro professione.
Abbracciano le preoccupazioni, per le aggressioni, la violenza, anche quella della narrazione massmediatica e dei social, che ha ricadute sulla dimensione personale del professionista. Accolgono la speranza, costante del lavoro dei medici, quella speranza che spinge tanti giovani ad intraprendere le professioni sanitarie e che li porta a non rinunciare mai a chiedere condizioni migliori nelle quali svolgere il proprio ruolo, a beneficio di tutti. “Il Paese – ammoniscono – ha bisogno di più professionisti della salute che vedano riconosciuto il loro ruolo e siano messi nelle condizioni di operare al meglio, per garantire una stabile sostenibilità del sistema universalistico di cura”.
“Ringrazio i Vescovi italiani, in particolare monsignor Angelelli, Direttore Cei della Pastorale della Salute, per la bella lettera inviata a tutti i curanti” commenta il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli.
“È molto bella questa parola, curanti, perché richiama all’impegno che i medici mettono nella cura di coloro che soffrono, di tutti i malati – afferma – e averlo riaffermato con una nota ufficiale ci dà molto conforto e soprattutto ci sprona ad essere ancora più disponibili nei confronti di tutti coloro che presentano un disagio, nella salute e nella malattia”.
“La lettera fa riferimento a tante situazioni – spiega -, mi permetto di ringraziare per il fatto di aver ricordato in maniera particolare le disuguaglianze, di aver rivolto un pensiero a quelli che nella lettera i vescovi chiamano gli irraggiunti, cioè quelli che soffrono una difficoltà di accesso al servizio sanitario nazionale. Quella di colmare le disuguaglianze di salute è una esigenza che più volte abbiamo espresso, e ci conforta essere in questo momento solidali con tutti coloro che si adoperano per superare quelle disuguaglianze che rendono diversi i cittadini di fronte a un diritto che la Costituzione definisce fondamentale”.
“E poi nella lettera un richiamo particolare è fatto alla violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari – continua Anelli -. Anche qui, una sottolineatura importante: la violenza spesso è espressione proprio del disagio della gente che si riverbera nei confronti degli operatori sanitari. E la menzione, nella nota, della mancata programmazione, delle difficoltà che vivono i medici, del numero dei professionisti sanitari che sarebbero necessari per colmare le carenze e migliorare le condizioni di lavoro è un monito fondamentale per tutti coloro che oggi esercitano il ruolo di governo della sanità”.
“Infine, la sottolineatura dell’importanza dei professionisti: credo che questa lettera vada a riscoprirne il valore, non soltanto legato alle competenze, alle abilità che i medici, i professionisti sanitari hanno acquisito nel percorso di studi – conclude – ma soprattutto a quell’anelito, a quel senso etico che contraddistingue l’esercizio di questa professione. Viene, ancora, riaffermata l’importanza della scienza nell’esercizio di queste professioni. Il connubio tra scienza e fede resta uno delle questioni importanti per tanti medici che esercitano e che sono anche credenti. Ma, per tutti, il rispetto della scienza e la tutela dei diritti, tanto più in un momento particolare come quello della pandemia, rappresenta ancora una volta la via per uscire dai tanti disagi che questa nuova malattia ha provocato alla nostra società e per valorizzare la fiducia nei confronti dei curanti, quella fiducia che è parte della cura stessa”.
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Ufficio Stampa Fnomceo