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Cooperazione giudiziaria in Europa: si punta alla digitalizzazione e all’equità

Cooperazione giudiziaria in Europa: si punta alla digitalizzazione e all’equità

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di Massimiliano Cavaleri

L’evento nell’aula magna della Corte d’Appello. Numerosi esperti hanno approfondito novità e prospettive dei diritti processuali e delle prove penali transnazionali

Come si evolveranno la cooperazione giudiziaria internazionale e il diritto della prova penale transnazionale e quali novità ci saranno in termini di garanzie difensive, mezzi di ricerca della prova e digitalizzazione delle indagini: temi al centro dell’attenzione in questi ultimi anni, dopo l‘introduzione dell’ordine europeo d’indagine che ha rivoluzionato il sistema prevedendo un riconoscimento reciproco tra paesi per le richieste di esecuzione. Magistrati, avvocati e universitari hanno approfondito questi argomenti oggi nell’aula magna della Corte d’Appello, in occasione del convegno “Europeizzazione della prova penale transnazionale: l’ordine europeo d’indagine” promosso da Ordine degli avvocati di Messina, Scuola superiore della magistratura, Unione degli Ordini forensi della Sicilia e Università di Messina.
Il programma, particolarmente articolato, è stato curato dal comitato scientifico e organizzativo composto dal delegato alla Formazione COA Messina e docente UniMe Antonio Cappuccio, dalla componente della Scuola superiore di Magistratura del distretto di Messina Rosanna Casabona, dall’avvocato del Foro di Messina Diego Foti e dall’ordinario di diritto processuale penale dell’UniME Stefano Ruggeri. Dopo i saluti istituzionali del presidente ff della Corte d’Appello di Messina Sebastiano Neri, del rettore Salvatore Cuzzocrea, del presidente dell’Ordine Domenico Santoro, del presidente Unione degli Ordini Forensi della Sicilia Giuseppe Di Stefano, ha introdotto i quattro panel Rosanna Casabona. Nel primo focus “La trasformazione del diritto della prova penale transnazionale evoluzione o mutazione del principio del mutuo riconoscimento?”, moderato dal consigliere dell’Ordine Antonino Centorrino, sono intervenuti la docente di diritto processuale dell’Università Complutense di Madrid Lorena Bachmaier Winter e il membro nazionale di Eurojust Filippo Spiezia. A seguire “L’attuazione della Direttiva OEI e l’evoluzione del diritto processuale italiano in materia di cooperazione giudiziaria internazionale”, sessione moderata dal consigliere dell’Ordine Nunzio Rosso, con le relazioni dell’Ordinario di diritto processuale penale dell’Università di Padova Marcello Daniele e del procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo
Giovanni Russo. Terzo panel su “Mezzi di ricerca della prova e digitalizzazione delle indagini transnazionali”, con moderatrice la componente della Scuola superiore della Magistratura del Distretto di Messina Maria Teresa Arena, in cui si sono alternati l’associato di diritto processuale penale dell’Università di Palermo Paola Maggio e l’avvocato Diego Foti. Infine il confronto su “Garanzie difensive e novità in tema di impugnazioni nell’ambito dell’OEI: verso un modello di fairness investigativa?” moderato da Antonio Cappuccio, con relatori Stefano Ruggeri e il presidente Tribunale di Palermo Antonio Balsamo. Le conclusioni sono state affidate al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina Maurizio de Lucia.