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Covid: malattia, burocrazia e MMG

Covid: malattia, burocrazia e MMG

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di Mario Pollicita     

Siamo già a metà marzo 2022, ma ci ritroviamo sempre ad avere problemi nella gestione burocratica della pandemia Covid.

I medici di medicina generale hanno sempre segnalato le criticità che si sono trovati ad affrontare nella quotidianità del loro lavoro, sia nella gestione dei pazienti ammalati nella prima fase dell’epidemia, quando ancora non c’erano né vaccini né tamponi per la diagnostica delle positività, sia nella gestione successiva delle segnalazioni delle positività dei soggetti ammalati o dei semplici contatti stretti. Il Sistema Sanitario ha riversato sulla Medicina Generale un carico burocratico ed assistenziale sempre più consistente nella gestione territoriale della pandemia.

Già nella prima fase pandemica, pur essendo stato assunto nelle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) parecchio personale, spesso noi MMG abbiamo dovuto seguire personalmente i pazienti ammalati con counseling telefonico costante per affrontare le loro esigenze sanitarie, ricettazione farmaci e bombole di ossigeno, quando necessarie. Successivamente ci siamo anche adoperati per prenotare pazienti anziani e fragili, ma privi di supporti informatici, per poter effettuare le prime dosi di vaccino presso ospedali o hub vaccinali, e molti di noi hanno effettuato le vaccinazioni anti Sars Cov 2 direttamente nel proprio ambulatorio o presso il domicilio dei pazienti non ambulabili, o ci siamo impegnati come medici vaccinatori presso le  tesse strutture approntate dell’ASP . 

 Con più circolari successive, ci è stato imposto di occuparci di tutte le comunicazioni di inizio e fine isolamento per pazienti ammalati o semplici contatti stretti di pazienti positivi, e, dulcis in fundo, anche di inserire sul portale del sistema T.S.  i certificati di guarigione dei pazienti.

 Oltre al carico burocratico enorme, vista la quantità di pazienti interessati, che ha portato via molto tempo ai medici di medicina generale (ma senza alcuna retribuzione per tutto questo lavoro straordinario), c’era e c’è tuttora il problema di dover inserire un dato di cui noi non abbiamo nessun riscontro oggettivo: l’orario in cui è stato effettuato il primo tampone risultato positivo.  In effetti se questo dato proviene da un laboratorio analisi privato accreditato, su nostra precisa richiesta, il laboratorista inserisce anche l’orario di effettuazione dell’esame, ma se il risultato ci arriva da “esito.commissario-acta@asp.messina.it“ l’orario non è segnato. Questo comporta che nella stragrande maggioranza dei casi l’orario noi non lo abbiamo, e quindi dovremmo fidarci di quello che ci riferisce il paziente, rischiando una dichiarazione mendace. 

 Si tratta di redigere il certificato che da diritto al paziente ad avere il green pass di guarigione o di sbloccare il green pass di pazienti già vaccinati, anche con tre dosi, temporaneamente bloccato da un inizio isolamento per positività o malattia da Covid, cosa importantissima per chi lavora o deve viaggiare per lavoro.  Ovviamente questa situazione determina spesso problemi ed incomprensioni nel rapporto con i nostri assistiti che ce lo richiedono anche perché a loro viene detto da più parti che è il Medico di MG che lo deve rilasciare.

Non si capisce perché debba essere così difficile individuare una soluzione semplice a questo problema e soprattutto perché chi effettua materialmente il tampone ed invia il risultato al MMG non possa caricare direttamente il dato sul sistema T.S., nel momento stesso in cui viene effettuato il tampone, in modo da poter ritrovare questo dato già inserito al momento della guarigione.