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Il diritto di amare vale per tutti? Esperti a confronto 

Il diritto di amare vale per tutti? Esperti a confronto 

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Nei giorni scorsi si è tenuto presso Aenigma un incontro voluto dall’Istituto di ricerca Meter & Miles sul tema “Il diritto di amare vale per tutti?“.
Ha introdotto Saro Visicaro evidenziando che la scelta del tema nasce dalle difficoltà di parlare di sessualità nel mondo della disabilità, sia da parte delle famiglie dei soggetti con disabilità, sia da parte della società che mostra pregiudizio sull’argomento, come se i soggetti disabili fossero asessuati o comunque senza diritto ad avere una loro sessualità, o ancora peggio, più fragili e quindi anche incapaci di denunciare e difendendersi da una violenza di genere.
Saro Visicaro ha passato la parola alla dr.ssa Marinella Ruggeri neurologo, psicoterapeuta e sessuologo clinico, che ha chiarito immediatamente che la sessualità per il soggetto con disabilità non rappresenta un altro problema da risolvere, ma piuttosto, una risorsa insita nella natura della persona, un veicolo privilegiato dell’amore, in quanto la disabilità può dare una disfunzione ma non toglie la dimensione tridimensionale che sta alla base della sessualità, ossia agape-filia-eros .
Il soggetto con disabilità ha addirittura la possibilità di dare voce all’anima, al corpo e alla psiche in modo più sano ed equilibrato, in quanto libero dal condizionamento della necessaria prestanza fisica come formula da rincorrere per una buona prestazione sessuale, che e’ paragonabile a esercizio ginnico, e che non rispecchia una autentica sessualità. Certamente l’educazione sessuale necessaria per i soggetti “ sani” , và adeguatamente proposta anche ai soggetti disabili, con una formazione specifica e mirata, non affidata alla famiglia , né ai volontari, ma ad esperti del settore, che anzichè sminuire tali bisogni, riescono a valorizzarli e a utilizzarli per il benessere dell’individuo. Inoltre, luogo privilegiato della sessualità è la relazione, e, in questo il soggetto disabile, che vive prevalentemente con la famiglia risulta più svantaggiato. Al contrario, nell’uso della comunicazione sessuale che passa attraverso i 5 sensi, risulta maestro, specie in ambito di scambi di tenerezze e di coccole, che sono espressione di una affettività difficile da vedere tra i soggetti “sani.”
E’ intervenuta, a seguire, l’avvocato Ester Isaja
Infine è stato prezioso il confronto con l’avvocato Isaja, rispetto al tema della violenza di genere, in cui sarebbe auspicabile, che il mondo della giurisprudenza dialogasse con gli esperti del settore, al fine di trovare percorsi  utili a ridurre episodi di tale specie in soggetti affetti da disabilità.
L’ Avv. Isaja ha precisato nella sua relazione sui diritti dei disabili che il diritto alla libertà nell’espressione della propria sessualità trova fondamento nell’ art. 2 Cost. e, ogni persona ha diritto ad avere una propria sessualità e viverla senza discriminazione, anche ai sensi degli artt. 3 e 32 Cost..
Ha ricordato l’importante contributo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009 alla quale l’Unione europea ha aderito con la decisione n. 48/2010 del Consiglio e ha evidenziato che anche la Corte costituzionale si è pronunciata sul diritto fondamentale alla sessualità con riferimento all’identità sessuale e alla cd libertà sessuale.
Non ha mancato di sottolineare che la sessualità e la libertà di disporne, si pongono in correlazione con la capacità di agire e ha concluso affermando che Incontri formativi e informativi sulla delicata tematica dell’affettività e sessualità dei disabili possono risultare molto utili al superamento dei pregiudizi e delle barriere culturali esistenti.