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di Massimiliano Cavaleri
“Se i paesi europei, e non solo, avessero avuto in questi anni più donne al governo, probabilmente non ci ritroveremmo nella drammatica situazione che stiamo vivendo in questi giorni con la guerra in Ucraina di un dittatore sanguinario come Putin”: è una delle riflessioni che Rula Jebreal ha fatto in occasione del dottorato honoris causa in Scienza politiche, ricevuto oggi durante l’apertura dell’anno accademico dell’Università di Messina al Polo Papardo. “La parità di genere è molto lontana, se pensiamo solo al mondo delle università e degli istituti di cultura, in Italia abbiamo appena otto rettrici”. Nota giornalista e scrittrice, che ha fatto della politica estera e della difesa delle donne la sua più virtuosa e valorosa battaglia, la Jebreal è stata l’ospite d’onore, presenza fortemente voluta dal rettore dell’UniMe Salvatore Cuzzocrea: “La partecipazione della Jebreal all’inaugurazione è il segnale più forte e significativo che potevamo dare nel contrasto a qualunque forma di violenza, oggi più che mai di fronte allo scenario della guerra, la più grave tra tutte”. Sullo schermo della sala una grande bandiera dell’Ucraina: “Per troppi anni abbiamo fatto finta di nulla, abbiamo permesso che Putin usasse l’odio e la corruzione – ha proseguito la Jebreal – assassinasse il giornalismo contrario alla sua propaganda, zittisse l’opposizione politica, desse linfa alle correnti sovraniste contro la NATO e contro l’Europa. Sapevamo benissimo chi fosse Putin, non è una sorpresa quello che è avvenuto. La vera domanda è chi siamo noi davanti a questi dittatori? Perché li incontriamo, stringiamo loro le mani e a volte li premiamo pure”.
Ad aprire la cerimonia il video messaggio della ministra Maria Cristina Messa che ha annunciato la somma di 500mila euro, messi a disposizione per l’accoglienza del popolo ucraino e ricordato il delicato ruolo del mondo accademico come “voce della pace”. Dopo i saluti istituzionali, alla presenza delle massime autorità tra cui il governatore siciliano Nello Musumeci, la studentessa afgana Tamana Karimi (rifugiata accolta a Messina grazie ad un progetto ad hoc) e Clorinda Capria, rappresentante del personale tecnico-amministrativo. Un momento speciale e particolarmente sentito quello del collegamento con Patrick Zaki, studente dell’Università di Bologna, noto per l’arresto in Egitto e la liberazione grazie alla mobilitazione politica.
Ad arricchire la cerimonia infine il Coro d’Ateneo e l’Orchestra Filarmonica di Giostra che ha eseguito alcuni intermezzi musicali e gli studenti di UniversoMe, la radio d’ateneo, che hanno condotto la manifestazione.